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Il Pil del 2017 è salito dell’1,4%, top da sette anni

Feb 14, 2018

MILANO – Nella media del 2017 l’economia italiana è cresciuta dell’1,4% rispetto all’anno prima. Lo rileva l’Istat, nella prima stima sulla crescita del Pil in termini grezzi, basata su dati trimestrali. Bisognerà però aspettare il primo marzo per conoscere il dato di riferimento per la politica economica, considerando che le previsioni del Governo indicano un +1,5%. Ancora più tardi, in aprile, ci sarà la comunicazione a Eurostat valida ai fini dei parametri europei.

Il dato di oggi è dunque una prima approssimazione. Quanto alla crescita del Pil corretta per gli effetti di calendario, l’Istat segna un rialzo dell’1,5% (nel 2017 ci sono state due giornate lavorative in meno del 2016).

L’economia italiana non cresceva a ritmi così alti dal 2010. Se la prima stima diffusa oggi dall’Istat, ancora provvisoria, sarà confermata anche a marzo, nel report che fa il punto sui conti nazionali, il +1,4% sarebbe il dato più alto dal +1,7% messo a segno sette anni fa. Nonostante la ripresa, il livello del Prodotto interno lordo è ancora sotto i valori pre-crisi: siamo ancora indietro del 5,7% raffrontando il quarto trimestre del 2017 al primo trimestre del 2008, quando si raggiunse il picco. In deficit anche il confronto col resto d’Europa: nel 2017, dice Eurostat, la crescita del Pil nella zona euro e nella Ue è stata del 2,5%, in accelerazione rispetto al 2016 quando il Prodotto era aumentato nella zona euro dell’1,8% e nella Ue dell’1,9%.

Il 2018 dell’Italia parte comunque con un abbrivio lasciato dall’anno scorso: la variazione acquisita del Pil, quella che si registrerebbe in caso di crescita congiunturale piatta in tutti e quattro i trimestri del 2018, è pari allo 0,5%.

Dai dati Istat si ha anche lo spaccato del solo quarto trimestre del 2017, durante il quale il Pil è aumentato dello 0,3% sul trimestre precedente e dell’1,6% su base annua (dati destagionalizzati e corretti per il calendario). Il rialzo congiunturale segna un lieve rallentamento rispetto al terzo trimestre (+0,4%). Lo stesso vale per il valore tendenziale (era +1,7%). Il movimento congiunturale dell’economia italiana “è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nel comparto dell’agricoltura e di un aumento nell’industria e nei servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo positivo sia della componente nazionale (al lordo delle scorte), sia della componente estera netta”.

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