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Il Papa: i migranti sono persone, basta alimentare paure

Gen 8, 2018

I migranti? Sono delle persone, ha ricordato il papa in occasione del consueto incontro di inizio anno con il corpo diplomatico. Oggi si parla molto di migranti e migrazioni, talvolta solo per suscitare paure ancestrali. Le migrazioni sono sempre esistite – ha sottolineato Bergoglio -. Nella tradizione giudeo-cristiana, la storia della salvezza essenzialmente storia di migrazioni. N bisogna dimenticare che la libert di movimento, come quella di lasciare il proprio Paese e di farvi ritorno appartiene ai diritti fondamentali dell’uomo. Occorre dunque uscire da una diffusa retorica sull’argomento e partire dalla considerazione essenziale che davanti a noi ci sono innanzitutto persone. A settant’anni di distanza dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, il papa ha messo in evidenza che molti diritti fondamentali sono ancor oggi violati.

Ai giorni d’oggi forme pi sottili di violazione dei diritti umani

Primo fra tutti quello alla vita – ha osservato -, alla libert e alla inviolabilit di ogni persona umana. Non sono solo la guerra o la violenza che li ledono, ha spiegato Francesco. Nel nostro tempo, ha proseguito, ci sono forme pi sottili: penso anzitutto ai bambini innocenti, scartati ancor prima di nascere; non voluti talvolta solo perch malati o malformati o per l’egoismo degli adulti. Penso agli anziani, anch’essi tante volte scartati, soprattutto se malati, perch ritenuti un peso. Penso alle donne, che spesso subiscono violenze e sopraffazioni anche in seno alle proprie famiglie. Penso poi a quanti sono vittime della tratta delle persone che viola la proibizione di ogni forma di schiavit. Quante persone, specialmente in fuga dalla povert e dalla guerra, sono fatte oggetto di tale mercimonio perpetrato da soggetti senza scrupoli?, si chiesto il papa.

Sostenere tentativi dialogo in penisola coreana

Bergoglio ha parlato anche della crisi coreana. Nella prospettiva di una impensabilit della guerra nucleare e della necessit che le controversie tra le nazioni siano risolte non col ricorso alle armi ma col negoziato, ha detto papa Francesco al Corpo diplomatico, di primaria importanza che si possa sostenere ogni tentativo di dialogo nella penisola coreana, al fine di trovare nuove strade per superare le attuali contrapposizioni, accrescere la fiducia reciproca e assicurare un futuro di pace al popolo coreano e al mondo intero.

In Siria giunto il momento di ricostruire

Un passaggio dell’intervento stato sulla Siria. importante che possano proseguire, in un clima propositivo di accresciuta fiducia tra le parti, le varie iniziative di pace in corso in favore della Siria, perch si possa finalmente mettere fine al lungo conflitto che ha coinvolto il Paese e causato immani sofferenze, ha affermato il papa. Il comune auspicio – ha affermato Francesco – che, dopo tanta distruzione, sia giunto il tempo di ricostruire.

Basta miseria e conflitti in Africa

Infine, l’Africa, continente colpito da guerre e massacri. La Comunit internazionale non dimentichi neppure le sofferenze di tante parti del Continente africano, specialmente in Sud Sudan, nella Repubblica Democratica del Congo, in Somalia, in Nigeria e nella Repubblica Centroafricana, dove il diritto alla vita – ha ricordato il papa – minacciato dallo sfruttamento indiscriminato delle risorse, dal terrorismo, dal proliferare di gruppi armati e da perduranti conflitti.

Urgenti politiche a sostegno famiglia,allarme natalit

Pi in generale, Bergoglio ritiene urgente che si intraprendano reali politiche a sostegno delle famiglia, dalla quale peraltro dipende l’avvenire e lo sviluppo degli Stati. Senza di essa – ha affermato Francesco – non si possono infatti costruire societ in grado di affrontare le sfide del futuro. Il disinteresse per le famiglie porta poi con s un’altra conseguenza drammatica – e particolarmente attuale in alcune Regioni – che il calo della natalit, ha aggiunto. Si vive un vero inverno demografico! Esso il segno di societ che faticano ad affrontare le sfide del presente e che divengono dunque sempre pi timorose dell’avvenire, finendo per chiudersi in se stesse, ha sottolineato il Pontefice.

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