• 27 Novembre 2024 23:37

Corriere NET

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Il Papa chiede la fine della guerra in Ucraina e di “tutti i conflitti”

Apr 9, 2023

AGI – Porre fine alla guerra nella martoriata Ucraina e a “tutti i conflitti che insanguinano il mondo”, a partire dalla Siria “che attende ancora la pace”. “Troppe volte il mondo si trova avvolto” dalle tenebre e dall’oscurità, “aiutaci ad aprire i nostri cuori”, è la supplica di Papa Francesco nel Messaggio dalla Loggia centrale della Basilica di San Pietro, prima di impartire la benedizione Urbi et Orbi. Il Pontefice esprime “viva preoccupazione per gli attacchi di questi ultimi giorni” a Gerusalemme “che minacciano l’auspicato clima di fiducia e di rispetto reciproco, necessario per riprendere il dialogo tra Israeliani e Palestinesi”. 

Circa 100 mila le persone in piazza San Pietro, riscaldata da un sole primaverile e adornata splendidamente dalle decorazioni floreali donate dall’Olanda e allestite insieme alle maestranze del Servizio Giardini e Ambiente. Nel Messaggio, Francesco prega Dio di effondere “la luce pasquale sul popolo russo” e di aprire “i cuori dell’intera Comunità internazionale perché si adoperi a porre fine a questa guerra e a tutti i conflitti” nel mondo. E nella supllica il Pontefice prega per la Turchia, coinvolta con la Siria, da un violento terremoto, per il Libano “ancora in cerca di stabilita’ e unità”, per la Tunisia affinché non perda la speranza, per la “tribolata” Haiti “che sta soffrendo da diversi anni una grave crisi socio-politica e umanitaria”.

Nella supplica a Dio il Papa chiede “di consolidare i processi di pace e riconciliazione” intrapresi in Etiopia e Sud Sudan e di far cessare le violenze nella Repubblica Democratica del Congo. E chiede sostegno per le comunità cristiane che celebrano la Pasqua in circostanze particolari, come in Nicaragua e in Eritrea. Francesco chiede “conforto alle vittime del terrorismo internazionale, specialmente in Burkina Faso, Mali, Mozambico e Nigeria” e prega per il Myanmar affinché percorra vie di pace, non dimenticando i martoriati Rohingya lanciando un appello di giustizia.

“Nessuno sia calpestato nella sua dignità”

E il Messaggio si conclude chiedendo a Dio un conforto per rifugiati, deportati, prigionieri politici e migranti, tutti coloro che soffrono la fame, la povertà e i “nefasti effetti” del narcotraffico, della tratta di persone e di ogni forma di schiavitù. “Nessun uomo o donna sia discriminato e calpestato nella sua dignità; perché nel pieno rispetto dei diritti umani e della democrazia si risanino queste piaghe sociali, si cerchi sempre e solo il bene comune dei cittadini, si garantisca la sicurezza e le condizioni necessarie per il dialogo e la convivenza pacifica”, è il suo appello finale ai responsabili delle Nazioni.

Prima del tradizionale Messaggio di Pasqua di Francesco, risuona la fanfara con l’inno dello Stato della Città del Vaticano, seguito da un cenno dell’inno nazionale italiano. Gli onori militari, il picchetto della Guardia Svizzera, poi il vescovo di Roma pronuncia, seduto, il suo messaggio non solo ai fedeli presenti ma anche tutti coloro che seguono via radio, web e tv, ai quali il Pontefice ricorda il senso della Pasqua: “In Gesù si è compiuto il passaggio decisivo dell’umanità: quello dalla morte alla vita, dal peccato alla grazia, dalla paura alla fiducia, dalla desolazione alla comunione. In Lui, Signore del tempo e della storia, vorrei dire a tutti, con la gioia nel cuore: buona Pasqua! A tutti”.

Al fianco del Pontefice il cardinale James Michael Harvey, arciprete della Basilica di San Paolo fuori le Mura, il quale annuncia l’indulgenza plenaria. Presente pure il cardinale albanese Ernest Simoni, 94 anni, venuto a Roma per accompagnare i tre giovani albanesi che hanno ricevuto dal Pontefice il Battesimo nella veglia di ieri notte a San Pietro. Vittima di prigionia e torture da parte del regime comunista albanese, il cardinale e’ un eroico testimone della forza della fede nonostante le persecuzioni. Le stesse che ancora oggi, nel 2023, tanti credenti subiscono nel mondo.

Il Papa ricorda questi testimoni nel corso della sua benedizione, durante la quale rivolge un pensiero pure ad ammalati, poveri, anziani e “chi sta attraversando momenti di prova e di fatica”. “Non siamo soli – rassicura – Gesù, il Vivente, è con noi per sempre”.

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