• 16 Settembre 2024 21:02

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Il Papa a Vanimo, periferia della periferia

Set 7, 2024

AGI – Papa Francesco domani si sposterà a Vanimo, una piccola città, la più popolosa della provincia di Sandaun, del distretto di Vanimo-Green River, sulla costa nord-occidentale del Paese, per incontrare privatamente i missionari argentini che operano da decenni in questo angolo di mondo. La periferia della periferia, dove il clima è tropicale con umidità al 90% e piogge torrenziali. Circondata da spiagge paradisiache e acque cristalline ma dove il turismo non è arrivato, manca tutto e vivono circa 11 mila persone nella cittadina e in villaggi sparsi nella giungla.

È anche e soprattutto per questi missionari che il Pontefice ha deciso di intraprendere il suo lungo viaggio in Papua Nuova Guinea, il Paese più povero dell’Oceania e uno dei più pericolosi e arretrati del mondo. Padre Miguel De la Calle, 44 anni, sacerdote dell’Istituto del Verbo Incarnato (Ive) – congregazione nata a San Rafael, Mendoza, nota per essere sempre presente nei luoghi più difficili e inospitali del pianeta – ha fondato una missione a Vanimo nel 1997, 27 anni fa.

 

“Quando sono arrivato – racconta il missionario al quotidiano argentino La Nacion – quello che mi ha sconvolto di più è stato trovare tanta violenza, abusi, bambini picchiati, donne e ragazze con lividi. Ce n’è tanta, purtroppo, perché la violenza familiare è quasi ben vista: nessuno dice qualsiasi cosa se uccidono qualcuno con bastoni o machete. E se, per esempio, la donna non ha preparato bene il cibo, possono anche picchiarla a morte”. Nel 2018 padre Miguel ha deciso di creare un’orchestra d’archi per riscattare socialmente bambini e giovani attraverso la musica. “Ho pensato che la musica potesse servire a trasformare tutto ciò e a far sì che i suoi membri si sentissero preziosi e che gli altri potessero valorizzateli”, ha spiegato.

 

E a Vanimo opera anche padre Martin Prado, 36 anni, amico di Papa Francesco. È lui che ha fatto scoprire a Bergoglio questa sconvolgente realtà. Padre Martin è solito recarsi in aree impenetrabili all’interno della giungla, dove ci sono tribù che non hanno cibo, medicine o altro.

“Non ci sono strade – afferma alla Nacion -, bisogna districarsi con il machete nella vegetazione, che è molto ricca e dove tutto cresce selvaggio, bisogna attraversare i fiumi con le canoe, o, a volte, con i 4×4. E la popolazione è scarsa perché sono comunità molto remote che a volte non hanno visto l’uomo bianco e non hanno avuto contatto con il mondo moderno. Per comunicare usano solitamente il ‘pidgin english’, cioè un inglese più che basico”.

“Se c’è la povertà? Dobbiamo vedere quella che chiamiamo povertà – aggiunge – perché in Papua Nuova Guinea la popolazione è quasi tutta rurale e nella giungla non hanno elettricità né acqua corrente… In generale il cibo c’è, ma ci sono ancora posti dove soffrono la fame perché, nonostante la terra sia molto ricca, non hanno istruzione. Vivono in capanne e contraggono malattie per la mancanza di igiene, di medicine, di istruzione. Malattie che potrebbero essere completamente curabili”. L’evangelizzazione a Vanimo è arrivata solo 50-60 anni fa. Numerose le credenze spiritualiste, le superstizioni e le stregonerie.

“Ma il cannibalismo, che aveva a che fare con motivi di culto (mangiare il nemico), non esiste più “, ha osservato il sacerdote argentino. E ancora: in queste terre vive padre Tomas Ravaioli, 42 anni, originario di Buenos Aires e poi ci sono diverse monache Serve della Vergine di Matarà (ramo femminile dell’Ive) che gestiscono una casa che ospita ragazze e donne abbandonate, maltrattate o disabili, l’unica del Paese. Anche se la fede cattolica è molto nuova, in questo territorio aspro, selvaggio, di difficile accesso e segnato da tradizioni ancestrali, è molto amata la Vergine di Lujan e sono tante le giovani e le donne più mature, battezzate come Maria Lujan o semplicemente Lujan.

 

L’arrivo domani di Francesco quindi è vissuto con tanta trepidazione. “La gente ancora non riesce a crederci – dice padre Martine tutti hanno lavorato, organizzato, pulito, tagliato l’erba, lasciando tutto molto bello, decorato con fiori molto colorati e facendo anche preparazioni spirituali, con massicci raduni di persone “, ha detto padre Martin. “C’è tanta atmosfera, tanta attesa, tanta gioia – ha aggiunto – e anche le persone di altre religioni si sentono molto felici, orgogliose che il Papa venga a trovarci in questa periferia della periferia”. Domani mattina però, prima del volo per Vanimo previsto alle 13 locali (le 5 in Italia), Papa Francesco, incontrerà nella Nunziatura apostolica il primo ministro James Marape e presiederà la messa al Sir John Guise Stadium, alle 8:45 (le 00:45 in Italia). 

 

 

 

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