alla messa mattutina
L’omelia del Pontefice per il primo maggio: «Con il lavoro l’uomo assomiglia a Dio perché è capace di creare»
1 maggio 2020
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Il Papa, nel giorno in cui globalmente si celebra il Primo Maggio, ha rivolto il suo pensiero al mondo del lavoro. «Oggi è la festa di San Giuseppe
lavoratore, è la giornata dei lavoratori. Preghiamo per tutti i lavoratori, perché a nessuna persona manchi il lavoro e tutti siano giustamente pagati, possano godere della dignità del lavoro e della bellezza del riposo», ha detto nell’introduzione della messa a Santa Marta.
La dignità del lavoro
«La dignità del lavoro è tanto calpestata» anche oggi» ha detto il Papa nell’omelia della messa mattutina. «Anche oggi ci sono tanti schiavi che non sono liberi ma costretti a lavorare per sopravvivere, niente
di più». Ci sono «lavori forzati, ingiusti, malpagati» e sono «tanti nel mondo». Il pontefice ha sottolineato che «questo succede anche qui». «Con ogni ingiustizia che si fa su una persona che lavora si calpesta la dignità umana» di tutti, dell’intera umanità.
«Con il lavoro l’uomo assomiglia a Dio»
Il lavoro «non è che la continuazione del lavoro di Dio», «con il lavoro l’uomo assomiglia a Dio perché è capace di creare», «l’uomo è un
creatore e questo dà la dignità all’uomo», ha sottolineato
papa Francesco nell’omelia della messa a Santa Marta, nel giorno
in cui nel mondo si celebra il Primo Maggio. Il problema invece è la «schiavitù» e la mancanza di dignità che c’è anche «qui da noi». «Penso ai lavoratori giornalieri. Tu li fai lavorare per una retribuzione minima per 14 ore. Succede anche qui. Pensa alla domestica che non ha la retribuzione giusta, opere sociali di sicurezza, capacità di pensione». «Preghiamo per coloro che lottano per avere giustizia nel lavoro» e «per gli imprenditori buoni che portano avanti il lavoro con giustizia anche se loro perdono», «che custodiscono i lavoratori come figli». Il Papa ha concluso auspicando che ci sia «un lavoro degno per tutti, non da schiavo».
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