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Il nuovo Dpcm 3 dicembre con le regole di Natale 2020: rientri dei fuorisede, a tavola in 10 e deroghe solo per i nonni – Today.it

Dic 2, 2020

Con il nuovo Dpcm 3 dicembre con le regole di Natale 2020 a partire dal 21 dicembre gli spostamenti tra regioni in zona gialla saranno consentiti solo per far ritorno al proprio luogo di residenza e, forse, al proprio domicilio. Ma sono ancora due le possibilità in discussione: dare la facoltà di muoversi solo per “comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute” (impedendo quindi la possibilità di spostarsi tra regioni e tra comuni anche a Natale e Capodanno) oppure concedere deroghe per i parenti stretti e gli anziani soli. Ma nel governo sembra prevalere la linea dura. E anche la sottosegretaria Sandra Zampa conferma oggi che le deroghe saranno minime.

Il nuovo Dpcm 3 dicembre con le regole di Natale 2020: rientro solo a residenza e domicilio

Il provvedimento non è stato inserito tra i temi da discutere nel consiglio dei ministri di stasera e questo può voler dire che sarà la giornata di domani sarà quella giusta per il varo. Lo stop agli spostamenti tra comuni potrebbe valere nei giorni del 25 e 26 dicembre e del primo gennaio, mentre il coprifuoco sarà confermato alle 22 e si ragiona attorno alla possibilità di consentire ai negozi di chiudere alle 21. In compenso il governo potrebbe consentire l’apertura dei ristoranti a pranzo a Natale e le misure disegneranno una “zona gialla rafforzata” con la quarantena per chi rientra dall’estero. Sulle deroghe non c’è però accordo nel governo. “Non sarà possibile raggiungere i nonni per il Natale. È giusto così, vanno protetti”, spiega una fonte di governo all’Adnkronos mentre altre fonti dicono l’esatto contrario, ovvero che l’unica deroga sarà per gli anziani soli e altre ancora si spingono invece a considerare nonni e nonne come oggetto dell’unico ricongiungimento familiare che il governo vuole consentire. I punti fermi saranno:

Il quotidiano spiega che nel vertice di Palazzo Chigl si dibatte ancora attorno ai limiti per i cenoni e i veglioni: la linea del ministro della Salute Roberto Speranza è quella di raccomandare la presenza a tavola dei soli nuclei conviventi mentre Conte vuole seguire la linea “tedesca”, che prevede un tetto di dieci persone. Sempre secondo Repubblica il “consiglio” sarà quello di non superare i dieci commensali ovviamente privilegiando il nucleo familiare più stretto adottando particolari accorgimenti per gli anziani e le persone più fragili: da tenere il più possibile lontano dai bambini, senza venir meno alla regola del distanziamento e tenendo sempre la mascherina da togliere solo per il tempo indispensabile a tavola.

A tavola in 10, il coprifuoco e le deroghe solo per i nonni: l’apericena di Natale 2020

Visti gli orari e il coprifuoco anche a Natale e Capodanno, conclude il quotidiano, sarà quindi possibile soltanto un’apericena di Natale 2020 da concludere molto presto. E anche le scappatoie saranno vietate: gli alberghi in montagna resteranno aperti, ma per evitare veglioni e festeggiamenti di fine anno alle ore 18 del 31 dicembre i ristoranti delle strutture alberghiere – al pari degli altri ristoranti sull’intero territorio nazionale – dovranno chiudere i battenti, e sarà concesso esclusivamente il servizio in camera. La possibilità di aggirare il divieto di cenare fuori a Natale e Capodanno prenotando una stanza d’albergo viene quindi meno. In questa ottica sarà confermata la chiiusura degli impianti sciistici e verranno anche fermate le crociere.

Per i ristoranti però, a sorpresa, il governo ha aperto alla possibilità di aprire a pranzo a Natale e a Capodanno. Resterà però fermo l’orario limite delle 18 e le solite regole:

Resta sempre consentita l’attività per asporto fino alle 22, con il divieto però di fermarsi a consumare in prossimità del locale, e il domicilio. Un allentamento deve misure restrittive che saranno adottate per Natale 2020 e fine anno potrà essere possibile solo dopo il 15 gennaio, come ha spiegato iI ministro della Salute Roberto Speranza al presidenti delle Regioni, “Ma solo In base alla capacità di tenuta durante le vacanze dl Natale”, ha precisato. Passate le feste, il governo farà una valutazione dei parametri e deciderà cosa fare. Il motivo della necessità di restrizioni anche durante le feste lo fornisce oggi Repubblica:

La spiegazione risiede in un banale calcolo matematico, noto ovviamente anche al Cts: nell’agosto scorso l’allentamento delle regole coincideva con un limitato numero di positivi in circolazione (alcune decine di migliaia), mentre i numeri attuali parlano di quasi ottocentomila casi attivi. È lo specchio di un numero potenziale, quello dei malati in circolazione: la media settimanale è trentamila al giorno. Basta quindi che l’indice di contagio Rt ritorni sopra l’1,5 e a febbraio saremo colpiti da una terza ondata potenzialmente più devastante. «Senza regole — ammette Conte — ci arriverebbe in faccia»

Secondo La Stampa è il premier che vorrebbe ottenere una deroga per i ricongiungimenti dei figli con i genitori, e forse anche per i «congiunti» che vivono in diverse regioni, ma gli altri ministri non sono d’accordo: “D’altronde – spiega al quotidiano una fonte di governo dell’ala rigorista -, se permettiamo i ricongiungimenti non possiamo aprire anche a chi va in vacanza, altrimenti è un liberi tutti e rischiamo di avere tra gli 8 e i 10 milioni di italiani in viaggio, con assembramenti su treni e pullman”. Nel nuovo Dpcm dovrebbero essere riaperti anche i centri commerciali durante il fine settimana, anche se diverse regioni hanno manifestato preoccupazioni per l’impossibilità di governare i flussi di accesso e le grandi città stanno studiando ingressi contingentati e transenne nelle strade dello shopping.

Anche per il Messaggero sul tavolo del governo c’è ancora la possibilità di passare il Natale (nonostante la chiusura dei confini regionali) con i genitori anziani, i nonni, i parenti di primo grado che vivono in un’altra Regione. E per gli studenti fuori sede di tornare a casa. Secondo il quotidiano il premier, che teme per “la tenuta psicologica del Paese”, non ha chiuso la porta. Speranza e Boccia invece si sono mostrati determinati a non concedere alcuna deroga per evitare “migrazioni natalizie e diffusione del contagio”. E perché, come ha detto al quotidiano una fonte che segue il dossier, “permettere i ricongiungimenti familiari innescherebbe un caos interpretativo e l’impossibilità dei controlli”.

Nuovo Dpcm Natale 2020: la linea dura nel governo sul ricongiungimento familiare

L’eventualità di riaprire la scuola il 14 dicembre, come ventilato dal presidente del Consiglio (“Come gesto simbolico”, ha ragionato Conte), viene ritenuta difficile. Sarà il ministro Speranza ad illustrare oggi in Parlamento le linee guida delle nuove misure restrittive anti-Covid che saranno valide dal 21 dicembre al 6 gennaio. Poi, prima della riunione del Cdm, nella quale si discuterà anche del decreto legge necessario per limitare gli spostamenti, ci dovrebbe essere un nuovo confronto con le regioni. Il varo è atteso per la serata di oggi o per la mattina di domani. Palazzo Chigi ha deciso di scrivere un decreto ad hoc, che andrà in Gazzetta Ufficiale insieme al Dpcm e servirà a “coprire” dal punto di vista costituzionale la limitazione delle libertà personali. Il decreto dovrà anche allungare la vita del Dpcm, che fin qui è stata di soli 30 giorni.

Intanto La Coldiretti fa sapere che lo stop agli spostamenti da tutte le regioni colpisce oltre 10 milioni di italiani che lo scorso anno sono andati in viaggio nel periodo delle feste di fine anno per raggiungere parenti, amici o fare vacanze. Ad essere bloccati, oltre all’80% degli italiani che hanno scelto come meta principale la Penisola c’è anche il 20% che – sottolinea la Coldiretti – aveva deciso di varcare il confine e che ora sono fermati dalle misure cautelative adottate per il rientro in Italia dall’estero con l’obbligo di quarantena e il tampone obbligatori.

Intanto l’agenzia di stampa Dire scrive stamattina che se il vertice di ieri pomeriggio tra il premier Giuseppe Conte e i capigruppo di maggioranza aveva fatto registrare la possibilità di deroghe per i ricongiungimenti e le seconde case, la riunione di governo coi capidelegazione dei partiti (Franceschini, Bonafede, Bellanova, Speranza), conclusasi nella notte, torna alla linea dura, la stessa illustrata dal ministro Francesco Boccia alle regioni e anticipata da Speranza in varie occasioni. Fermo restando che sarà mantenuto il coprifuoco alle 18, dal 21 dicembre dovrebbero essere consentiti solo gli spostamenti per il rientro dei residenti o per il rientro al domicilio. Inoltre nei giorni centrali delle feste, il 25, il 26 dicembre e il 1 gennaio non saranno consentiti spostamenti tra i Comuni. Sui ricongiungimenti la discussione e’ ancora aperta solo per quanto riguarda possibili deroghe, ad esempio sui familiari di primo grado di anziani soli.

Oggi è previsto un nuovo confronto con le regioni, coi capigruppo di maggioranza e il consueto punto coi capidelegazione. Decisiva sarà anche l’accoglienza che il Parlamento riserverà alle comunicazioni del ministro Speranza in mattinata alla Camera, nel pomeriggio al Senato. Il Dpcm in vigore scade domani. Entro la mezzanotte il premier dovrebbe firmare il nuovo testo. “Le deroghe saranno minime perché la severità e il rigore è quello che in questo momento ci mette in sicurezza”m ha detto la sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa RaiaNews24. Il ministro Speranza “ha detto che per la stesura definitiva del dpcm vuole ascoltare il dibattito in aula e quindi evidentemente ci sono misure da sistemare”, ha aggiunto la Zampa.

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