MILANO – Ore 10. Le preoccupazioni sulla variante britannica del Covid-19 continuano a tenere in scacco i mercati finanziari. Il timore degli investitori è che il percorso di normalizzazione dell’economia rallenti bruscamente, con i nuovi stop ai commerci e in generale agli spostamenti delle persone che si stanno rapidamente diffondendo, a cominciare dall’isolamento imposto di fatto al Regno Unito. I future sui listini americani sono in rosso, dopo che le azioni asiatiche hanno chiuso, in mattinata, in ribasso in media di oltre un punto percentuale. In Europa, invece, i listini rimbalzano dopo la seduta in calo di ieri: Francoforte sale dell’1,33%, Parigi dell’1,32% e Milano dell’1,33. Più modesti i guadagni a Londra, che sconta il caos legato alla nuova emergenza virus, con il Ftse 100 in rialzo dello 0,24%.
Anche il petrolio risente dei rinnovati timori sulla pandemia e dopo il recente recupero il barile Wti scende a 47,74 dollari e il Brent sotto la soglia di 50 dollari.
L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso in calo – questa mattina – dell’1,04% a 26.436,39. La borsa di Shanghai scivola nettamente nel finale dell’1,86%, Shenzhen dell’1,79% e Hong Kong -1,02%.
Ieri sera è stata contrastata la chiusura di Wall Street, sebbene con cali meno importanti: lo S&P 500 è sceso dello 0,4% a 3.694,92, il Nasdaq Composite ha ceduto lo 0,1% a 12.742,52. Il Dow Jones Industrial Average ha guadagnato invece 37,40 punti, a 30.216.45 mantenuto a galla dal fatto che gli Stati Uniti hanno finalmente approvato il nuovo piano di stimoli economici da 900 miliardi di dollari, che si sostanzierà in aiuti alle famiglie e alle imprese. Il pacchetto di stimoli è arrivato con il budget da 1.400 miliardi per finanziare l’attività del governo federale nell’anno fiscale 2021: i due pacchetti hanno ottenuto voti sufficienti per passare il vaglio del Senato americano e, visto che il provvedimento è già stato licenziato dalla Camera, manca la firma del presidente Donald Trump.
Dal fronte macro, in attesa del Pil Usa del terzo trimestre, si registra il calo della fiducia dei consumatori tedeschi di gennaio: è risultata a -7,3 punti rispetto ai -6,8 punti di dicembre. E’ il terzo declino consecutivo dovuto alla recrudescenza dei casi di coronavirus, come sottolinea il gruppo Gfk. Tuttavia si tratta di un risultato migliore rispetto alle indicazioni degli analisti che si aspettavano un calo di 9,5 punti. Menzione particolare per le vendite al dettaglio dell’Australia di novembre che sono balzate del 7% su base mensile, ben oltre il rialzo +2% atteso dal consensus, e rispetto all’1,4% di ottobre. Hanno inciso positivamente il Black Friday e la riapertura dei negozi retail a Melbourne a seguito del lockdown da coronavirus.
L’euro è in leggero calo in avvio degli scambi in Europa a 1,2217 dollari contro quota 1,2232 segnato alla chiusura di ieri a Wall Street. Contro lo yen la moneta unica passa di mano a 126,38. Il dollaro beneficia della fase di tensione, mentre perde terreno la sterlina che veniva da un periodo favorevole in scia alle prospettive di trovare un accordo meno traumatico su Brexit.
Tra le materie prime, nonostante le incertezze generali non si assiste a un balzo dell’oro – solitamente bene rifugio in tempi incerti – che sui mercati asiatici si attesta a 1.874,20 dollari con una flessione dello 0,46%.