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Il nodo supply chain frena l’industria Ue ma l’Italia corre

Nov 3, 2021

AGI – Continuano a pesare sull’industria europea i problemi legati alle catene di approvvigionamento, ma nonostante il nodo supply chain l’Italia continua a correre e a ottobre sorpassa Germania, Francia e Spagna con un miglioramento quasi record delle condizioni del settore manifatturiero.

In Italia la domanda dei clienti si è infatti rafforzata ulteriormente il mese scorso, e l’ultima espansione dei nuovi ordini è stata la più veloce da giugno.

Di conseguenza, malgrado sia diminuita leggermente da settembre, la produzione ha riportato di nuovo una forte crescita, a uno dei livelli più veloci della storia dell’indagine. Il Pmi dell’Eurozona scende invece ai minimi da otto mesi.

Ecco come è andata nell’Eurozona e nelle principali economie del Vecchio continente a 58,3 punti, restando comunque ben al di sopra della soglia dei 50 che indica un’espansione dell’attività.

Eurozona, il pmi manifatturiero cala a 58,3, minimi 8 mesi

L’attività manifatturiera è robusta nella zona euro ma le strozzature della catena di approvvigionamento e i problemi logistici hanno fatto impennare i costi degli input e limitato la crescita. Le interruzioni in corso causate dalla pandemia, insieme a una carenza di autisti di veicoli pesanti, hanno causato carenze di prodotti e lasciato le fabbriche in difficoltà a causa della mancanza di materie prime necessarie. Il Pmi finale di Ihs Markit è sceso a un minimo di otto mesi a 58,3 a ottobre da 58,6 di settembre, mentre la stima iniziale era di 58,5.

Pur essendo in ribasso, resta comunque sopra la soglia di 50 che separa la crescita dalla contrazione. “I produttori della zona euro hanno segnalato un peggioramento della situazione della catena di approvvigionamento ad ottobre, che ha frenato la crescita della produzione durante il mese”, ha detto Chris Williamson, capo economista aziendale di IHS Markit.

“I tempi medi di consegna delle materie prime si sono allungati ad un tasso superato solo due volte in quasi un quarto di secolo di dati dell’indagine, poichè le aziende hanno riferito che la domanda, ancora una volta, ha superato l’offerta per un’ampia varietà di input e componenti”.

In Italia il pmi manifatturiero è la massimo da 4 mesi

Il settore manifatturiero italiano ha osservato a ottobre un altro mese di crescita rapida. All’inizio del quarto trimestre, tuttavia, le interruzioni sulla catena di distribuzione continuano a frenare il settore. I tempi medi di consegna si sono allungati a un livello quasi record a causa della carenza di materiale e dei problemi legati ai trasporti, aggravando ulteriormente le pressioni inflazionistiche già a livelli senza precedenti

Nonostante ciò, l’Indice Pmi di Markit del settore – che con una sola cifra fornisce un quadro degli sviluppi delle condizioni generali del settore manifatturiero – a ottobre è aumentato a 61,1 da 59,7 di settembre, segnalando il sedicesimo mese consecutivo di miglioramento dello stato di salute del settore.

L’ultimo valore è stato inoltre il maggiore da giugno e il terzo più alto mai registrato. “I problemi legati alla fornitura stanno senza ombra di dubbio rallentando ad ottobre la crescita del settore, con parecchie aziende manifatturiere che hanno notato di non essere state in grado di soddisfare qualche ordine a causa della carenza di beni, fattore questo che inoltre ha influenzato le aspettative della produzione dei prossimi 12 mesi”, osserva Lewis Cooper, Economist di Ihs Markit.

Ma aggiunge: “In generale il settore continua complessivamente ad eccellere, malgrado la perdita di vigore della crescita della produzione rifletta principalmente quanto detto prima, mentre le vendite in corso rimangono forti. Detto ciò, con la domanda dei beni in aumento a livello globale, prima della fine dell’anno potremmo assistere a un impatto più significativo dei disagi di approvvigionamento sulla prestazione del settore manifatturiero in Italia”.

In Germania il pmi è al minimo in 9 mesi

I problemi legati alla suplly chain restano un grande ostacolo per il settore manifatturiero tedesco, che frena a ottobre. L’indice Pmi manifatturiero scende il mese scorso a 57,8 punti dai 58,4 di settembre, sotto le attese degli analisti a 58,2 punti.

“I livelli di produzione in tutto il settore manifatturiero sono sempre più bloccati per i colli di bottiglia nella gestione della supply chain – ha osservato Phil Smith, Economics Director di Ihs Markit commentando i dati – secondo le imprese intervistate, il rallentamento nella produzione di auto sta trascinando verso il basso altri comparti dell’economia manifatturiera, poichè le imprese di quel settore scalano ordini arretrati per componenti e materiali”.

In Francia pmi cala per la prima volta da gennaio

La produzione manifatturiera è diminuita per la prima volta da gennaio in Francia. L’indice destagionalizzato Pmi di Ihs Markit è sceso a 53,6 punti a ottobre, in calo rispetto ai 55 punti di settembre e al suo minimo da gennaio.

A pesare anche in questo caso sono i gravi ritardi nelle consegne dei fornitori che hanno lasciato molte aziende con quantità insufficienti di prodotto. Pur restando al di sopra della soglia dei 50 punti, che indica un’espansione, le due componenti principali dell’indice – nuovi ordini e produzione – hanno entrambi registrato nuove contrazioni.

In Spagna il pmi è al minimo d 7 mesi

L’attività manifattiuriera spagnola a ottobre è cresciuta al ritmo più lento da marzo. L’indice Pmi Markit per la produzione è sceso a 57,4 punti da 58,1 di settembre. A pesare sono sempre le interruzioni nella catena di approvvigionamento, oltre all’aumento dell’inflazione. Il dato resta comunque ben al di sopra della soglia dei 50 punti, che indica un’espansione dell’attività.

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