AGI – Il risarcimento per l’alluvione del Tronto nelle Marche arriva a una famiglia 32 anni dopo. Tre persone di uno stesso nucleo familiare riceveranno 96mila euro per i danni provocati dall’esondazione del fiume nell’Ascolano avvenuta il 10 aprile del 1992.
In un documento in possesso dell’AGI viene ricostruito il complicato percorso che ha portato all’epilogo con cui il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha autorizzato il pagamento nei giorni scorsi. L’ultimo, decisivo passaggio risale all’8 settembre 2023 quando il Tribunale Regionale delle acque pubbliche di Roma (Trap) ha condannato il Mit.
Nelle carte viene spiegato che dall’evento provocato dalle “eccezionali precipitazioni”, causa di ingenti danni a cittadini e commercianti nell’area di Porto d’Ascoli, sono originati procedimenti in sede penale e davanti alla Corte dei Conti nei confronti dei funzionari del Provveditorato Regionale per le opere pubbliche della Regione Marche “che avevano progettato, appaltato ed eseguito lavori di sistemazione dell’alveo del fiume Tronto“. Sia a livello penale sia della Corte dei Conti sono arrivate solo assoluzioni ma, nel frattempo, i danneggiati hanno promosso ricorso al Tribunale Regionale Acque Pubbliche per avere un risarcimento.
Da allora, e stiamo parlando di più di dieci anni fa, si sono susseguite condanne da parte del Trap, organo di primo grado, e ricorsi dell’Avvocatura Generale dello Stato al Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche, tutti respinti per l’indimostrabilità dell’eccezionalità dell’evento e perché i giudici hanno sempre riconosciuto il legame tra la costruzione degli argini e l’esondazione. È stata invece riconosciuta la tesi difensiva del Provveditorato relativa alla prescrizione delle istanze presentate nel 2015 che ha tagliato così fuori dai risarcimenti molte persone.