Le Borse europee procedono comunque tutte positive all’indomani di una seduta a segno più a Wall Street e con il mercato ancora concentrato sugli sviluppi della confronto tra Stati Uniti e Cina sul fronte commerciale. “Gli investitori continuano ad essere persone che strappano petali da una margherita dicendo: ‘ci sarà un accordo, non ci sarà, ci sarà un accordo , non ci sarà”, commenta Sam Stovall, chief investment strategist di CFRA. “A giudicare dalla mancanza di preoccupazione del mercato, la maggioranza si aspetta che qualcosa accada il prossimo 10 ottobre e che ci siano sviluppi positivi”.
Nel resto del Vecchio Continente, Londra sale dello 0,13%, Francoforte dello 0,32% e Parigi dello 0,18%. In Asia intanto Tokyo ha concluso gli scambi in rialzo dello 0,59%, malgrado il governo nipponico abbia varato un aumento dell’Iva che fa salire l’imposta sui beni di consumo dall’8 al 10%.
Dopo avere toccato i minimi da oltre due anni risale leggermente l’euro e passa di mano a 1,0880 dollari. Continua la debolezza della sterlina: vale 122,73 nei confronti del biglietto verde mentre con l’Euro viene scambiato a 0,8865.
Tra i dati macroeconomici, attesi gli indici pmi manifatturiero di Francia, Germania ed Eurozona, oltre all’inflazione dell’area euro e – nel pomeriggio – l’indice Ism manifatturo Usa.
In rialzo il petrolio dopo che l’erede al trono saudita, il principe Mohammed bin Salman, ha auspicato “un’azione forte e ferma per scoraggiare l’Iran”, pena un forte aumento delle quotazioni del greggio. Il petrolio Wti sale dello 0,6% a 54,4 dollari al barile mentre il Brent avanza dello 0,57% a 59,59. In calo l’oro, il lingotto scende dello 0,68% a 1462 dollari l’oncia.