AGI – Frena ancora il mercato del lavoro statunitense a settembre, ma non abbastanza da placare i timori di ulteriori strette di politica monetaria che potrebbero portare a una recessione. Il mese scorso l’economia a stelle e strisce ha creato 263.000 nuovi posti di lavoro, 52.000 in meno rispetto ai 315.000 di agosto e il minimo dall’aprile del 2021, ma al di sopra delle previsioni di 250.000. Uno ‘stop’ che si era già registrato ad agosto.
La lettura di settembre segna un calo da una media di 420.000 impieghi creati nei primi otto mesi dell’anno, poiché tassi di interesse e prezzi più elevati hanno iniziato a pesare sull’economia. Tuttavia, il numero continua a indicare un mercato del lavoro forte, con un aumento dei posti superiori alla media mensile di 167.000 degli anni 2010, spingendo l’occupazione di circa 500.000 in più rispetto al livello pre-pandemia.
Tune in as I deliver remarks on creating jobs in the Hudson Valley, lowering costs, and ensuring the future is made in America. https://t.co/CnvGeKgVYG
— President Biden (@POTUS)
October 6, 2022
Il tasso di disoccupazione a settembre cala al 3,5%, eguagliando il minimo di 29 mesi di luglio e scendendo al di sotto delle aspettative del mercato del 3,7%, altro segno che le condizioni generali del mercato del lavoro nella più grande economia del mondo rimangono rigide. Il numero dei disoccupati è diminuito di 261 mila a 5,75 milioni a settembre, mentre il numero degli occupati è aumentato di 204 mila a 158,9 milioni.
Il tasso di partecipazione alla forza lavoro è sceso al 62,3% dal 62,4%. Tornando ai nuovi impieghi creati, assunzioni su larga scala si sono registrate nei settori del tempo libero e dell’ospitalità (83.000) e in quello nell’assistenza sanitaria (60.000), come anche nei servizi professionali e aziendali (46.000) e nell’industria (22.000).