• 10 Gennaio 2025 17:52

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Il lusso della libertà, perché le moto non sono più un sogno per i giovani

Gen 10, 2025

Qualche giorno fa, nella tipica postura degli antichi pensatori greci (con un gomito appoggiato al bancone) si commentava l’idea provocatoria di un concessionario di esporre il prezzo delle proprie moto al kg. Detto che se fa vendere una moto in più l’idea è giusta per definizione, ciò che colpiva era la nudità con cui le moto vengono mostrate, senza addosso quell’abito simbolico, fatto di storia e significati, che da sempre le veste: un modo pornografico per vendere. Alla nostra generazione non è mai passato per il cervello di pensare a quanto potesse costare al kg, perché i sogni non si pesavano, mentre oggi questa formula strampalata mette in luce cosa sono diventate le motociclette per le nuove generazioni: un’opzione tra le tante per gestire gli spostamenti.

Allora diventa accettabile mettere sullo stesso piano un nuovo marchio cinese con un vecchio marchio americano, tedesco o italiano. Se per le nuove generazioni scompare il valore simbolico legato alla storia dei marchi, ecco che allora anche il costo al kg può diventare accettabile come parametro per scegliere quale comprare.

Che cosa erano invece le motociclette per noi? Di certo la loro efficacia negli spostamenti era l’ultimo dei pensieri. Le motociclette erano la furia che ci strappava e ci portava lontano da tutto quello che non avremmo voluto avere intorno. Erano le curve di velluto da fare con testa libera e leggera, erano il grido folle, ubriaco e liberatorio lanciato a gas spalancato, erano l’abbraccio mattutino dell’aria cristallina sulle Alpi e il tempo di valore della vita, quello speso insieme alle persone che ti eri scelto.

Le motociclette rappresentavano tutto quello che il nostro piccolo ed egoista bambino interiore voleva essere ogni minuto, ogni secondo della propria vita, senza nemmeno un pensiero agli altri, alle responsabilità e a tutte quelle brutte cose da adulti. Erano il mezzo per scappare da tutto quello che pesava sul cuore di quell’eterno bambino, ma per desiderare quell’evasione bisogna prima di tutto che quel bambino abbia abbastanza spazio per sopravvivere e per continuare a mal sopportare i gravosi pesi dell’anima.

Nessuno creda che le nuove generazioni siano più aride o che vivano serenamente le costrizioni, è che purtroppo il mondo in cui crescono è più complesso e compresso. Corrono da subito su binari costruiti per raggiungere lo status o anche solo la pagnotta, in un mondo dove la selezione è sempre più feroce e precoce. Provo dispiacere per il mondo in cui sono costretti a crescere, dove correre a tappe forzate e prestabilite è una necessità se non vuoi accontentarti delle briciole.

Le motociclette sono state un lusso che oggi tanti giovani non possono permettersi non solo per una questione di soldi, ma per mancanza di libertà di scelta su cosa mettere dentro la propria vita nel percorso per diventare grandi. E’ passato un quarto di secolo dall’inizio del nuovo millennio e possiamo dirlo con ragionevole certezza: le cose non stanno andando come ce le immaginavamo nel 2000.

Allora il mio augurio è di trovare la forza per portare quelle correzioni necessarie a restituire alle prossime generazioni un mondo migliore, in cui le motociclette non sono solo un mezzo di locomozione e che il senso di libertà torni ad essere un valore attraverso cui scoprire come realizzare se stessi e non un lusso inutile, un intralcio in una vita vissuta come una corsa ad ostacoli. Avanti tutta con forza, coraggio e con il fucile sempre carico di sorrisi. Buon 2025 a cavallo di qualsiasi mezzo, purchè inutile, inefficiente e meraviglioso!

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