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Il grido delle imprese: “La burocrazia costa 57 miliardi l’anno”

Mag 29, 2021

AGI – “Ogni anno le imprese italiane sopportano un costo di oltre 57 miliardi (circa 3 punti di Pil) solo per la gestione dei rapporti con la Pa. La lentezza e la complessità della burocrazia non sono una novità, ma restano nodi da sciogliere con urgenza, un vero e proprio ostacolo da rimuovere al più presto se non vogliamo vanificare l’opportunità senza precedenti del Recovery Fund”. A sottolinearlo è la presidente di Ance Giovani, Regina De Albertis, che in occasione dell’assemblea annuale dell’associazione afferma: “Si tratta di un problema che limita la piena espressione del potenziale economico del Paese, non solo quello del settore delle costruzioni”.

E insiste: “Non e’ pensabile che la burocrazia si velocizzi solo di fronte alle emergenze. L’iter burocratico che comincia dal concepimento e finisce con la realizzazione effettiva di un’opera va ripensato in nome dell’efficienza, della trasparenza e della certezza di una regolamentazione snella a sostegno del mondo produttivo. Derogare alle leggi, anche se di fronte a situazioni di eccezionalità, non può diventare la prassi. La normalità è sorretta da una regolamentazione chiara ed efficace”.

“Il Recovery è un segno di svolta” 

“Il Pnrr finalmente segna un’inversione di tendenza. Su 222 miliardi di investimenti previsti dal piano, 107,7 miliardi (quasi la metà) sono di interesse per il settore delle costruzioni” ha sottolineato De Albertis spiegando che per essere all’altezza della sfida, gli imprenditori devono poter contare su una Pa che sia “un prezioso alleato che aiuti e favorisca il nostro lavoro, e non diventi invece un ostacolo”.

Il Pnrr, ha affermato De Albertis, “è senza dubbio un ottimo punto di partenza ma, come noi imprenditori sappiamo bene, un’idea non ha valore finché non è messa in pratica (To me, ideas are worth nothing unless executed, Steve Jobs). Allo stato attuale, quelli nel Pnrr sono apprezzabilissimi buoni propositi, ma non possono rimanere solo numeri scritti su fogli di carta. Noi imprenditori siamo abituati a guardare ai risultati e ci aspettiamo che alle intenzioni seguano i fatti. La vera sfida – ha sottolineato – sarà quella di tradurre le missioni del Piano in benefici concreti per le imprese e per i lavoratori italiani”.

Per riuscirci, è il ragionamento, “serve un grande sforzo congiunto, che deve vedere protagoniste le migliori energie del mondo delle imprese e della Pubblica amministrazione. Un buon progetto sa definire attività e tempistiche in modo preciso e puntuale. Questo vale in particolare per il settore delle costruzioni, che per sua natura deve coordinare migliaia di risorse umane e grandi capitali per portare a termine opere estremamente complesse”.

Di conseguenza, spiega la presidente di Ance Giovani, “le sfide che noi imprenditori affrontiamo quotidianamente sono difficilissime, per questo abbiamo bisogno di trovare nella PA un prezioso alleato che aiuti e favorisca il nostro lavoro, e non diventi invece un ostacolo. La riforma della PA, insieme alla riforma della Giustizia, sono i punti cruciali per far atterrare le risorse del Recovery Plan e trasformarle in sviluppo sostenibile del nostro Paese”. 
 

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