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Il governo cancella il condono fiscale, rinviato il carcere per gli evasori

Nov 15, 2018

ROMA – Stop al condono. “Scompare la dichiarazione integrativa, quindi sarà possibile regolarizzare solo il dichiarato”. Al termine del vertice a Palazzo Chigi sul decreto fiscale, fonti M5S accreditano questo scenario. E fonti della Lega confermano. La cancellazione della dichiarazione integrativa sarebbe effetto di un emendamento al decreto fiscale, ora all’esame del Senato. Nello stesso tempo, per ora non ci saranno inasprimenti per le norme che prevedono il carcere per gli evasori. Anche se fonti del governo fanno sapere che c’è accordo in maggioranza per un futuro disegno di legge ad hoc.

Il premier Conte aveva convocato un vertice alla 20,30, a Palazzo Chigi. Presenti i vice Di Maio e Salvini, i ministri Tria, Bonafede e Fraccaro (assieme ai sottosegretari al Mef Castelli, Garavaglia, e Bitonci). Altra novità: la Guardia di Finanza potrà accedere direttamente alla banca dati dell’anagrafe dei rapporti finanziari senza dover più chiedere autorizzazioni alla magistratura. I finanzieri potranno monitorare i grandi evasori in qualsiasi momento, transazione per transazione. Al decreto fiscale ci sarà anche un ulteriore emendamento, “per evitare la tassa sui metri quadrati di ombra degli ombrelloni presenti negli stabilimenti balneari”.

Fonti della Lega spiegano, nella notte, che tra le modifiche concordate c’è la possibilità di correggere gli errori formali nelle dichiarazioni dei redditi con 200 euro per ogni anno. Restano tutte le misure della pace fiscale, come la possibilità di spalmare in 5 anni il dovuto, la possibilità di uscire da ogni grado di giudizio del processo tributario pagando una piccola percentuale commisurata alla vittoria nei vari gradi di giudizio.

Previste, poi, la detassazione delle sigarette elettroniche, la tassazione dei money transfer pari all’1,5% la reintroduzione del bonus bebè. A proposito del bonus bebè, il ministro per la Famiglia Lorenzo Fontana parla di un finanziamento da 444 milioni per rinnovare il contributo, in scadenza a fine anno. Prevista anche una maggiorazione dell’assegno del 20% per ogni figlio successivo al primo.

Sono state sbloccate le procedure per consentire alle Regioni di recuperare le spese versate alle case farmaceutiche che eccedono il budget prestabilito.

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