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Il governo approva il decreto fiscale: rottamazione bis, più soldi per Alitalia

Ott 13, 2017

MILANO – Disposizioni urgenti in materia di missioni internazionali e di polizia; definizione agevolata dei carichi per crediti previdenziali e fiscali; fondi e ulteriori disposizioni urgenti; proroga restituzione finanziamento ad Alitalia e costituzione fondo imprese in crisi (Ilva e Alitalia): sono i quattro titoli della bozza del decreto fiscale, oggi all’esame del Consiglio dei ministri convocato in mattinata. Un documento – sebbene non nell’ordine del giorno formale – che anticipa la legge di Bilancio per il 2018, attesa dal governo per lunedì prossimo in modo da esser poi inviata a Bruxelles e iniziare l’iter parlamentare.

Nell’antipasto odierno si trovano alcune – snelle, nelle intenzioni – disposizioni di natura fiscale che vedono come portata principale la riapertura dei termini per la rottamazione delle cartelle della ex Equitalia, cui dovrebbe far seguito (probabilmente solo nella legge di Bilancio) quella delle liti con il Fisco. La definizione agevolata delle cartelle è chiamata a portare in cascina 1,5 miliardi di euro, una buona dose dei 5,1 miliardi di nuove entrate che servono per tenere fede agli impegni della prossima Manovra, e di cui dieci sono invece affidati al maggior deficit.

La nuova rottamazione dovrebbe sia garantire di tornare in gioco a coloro che sono rimasti esclusi dalla precedente edizione, che aveva garantito il risparmio di interessi e sanzioni per le cartelle fino al 2016, sia aprire le porte a una nuova ondata di notifiche. Da una parte, si dà la possibilità a coloro che non hanno pagato le rate prevste il 31 luglio e il 2 ottobre – e che di conseguenza sono estromessi dalla “vecchia” rottamazione – di provvedere al saldo del dovuto entro fine novembre per rimettersi in regola. Nuova possibilità anche ai contribuenti con piani di dilazione attivi al 24 ottobre 2016, che non erano stati ammessi alla definizione agevolata perché non erano in regola con le rate dei loro stessi piani, scadute al 31 dicembre 2016: rientreranno in gioco pagando tutto l’arretrato entro maggio prossimo. D’altra parte, si apre alla rottamazione delle cartelle consegnate ai contribuenti fino alla fine di settembre 2017, con un calendario d’impegni per i prossimi mesi con la possibilità di pagare in 5 rate di uguale ammontare fino a febbraio 2019. La riapertura della sanatoria delle liti pendenti potrebbe invece valere circa 250 milioni.

Nello stesso decreto i capitoli per rifinanziare le missioni militari all’estero e il Fondo di garanzia per le Pmi (con 550 milioni) mentre sarà istituito il Fondo imprese Sud, con una dotazione di 150 milioni di euro per la crescita dimensionale delle Pmi delle Regioni meridionali. Restano in bilico l’introduzione dell’obbligatorietà della fatturazione elettronica tra privati e l’apertura della raccolta dei diritti d’autore, senza l’intermediazione della Siae. Entrambe le misure potrebbero infatti all’ultimo momento confluire nella manovra, mentre la web tax dovrebbe essere introdotta nell’iter parlamentare. Oltre all’esigenza di anticipare le risorse per il 2018, il governo deve anche correggere i conti del 2017: secondo le stesse stime del governo inserite nella Nota al Def, la voluntary disclosure bis non avrebbe infatti garantito le entrate previste.

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