AGI – “Voglio parlare, voglio dire tutta la verità”. Lo ha detto il fratello di Saman che ha quindi scelto di non avvalersi della facoltà di non rispondere. Il ragazzo è coperto dai paraventi in quanto ‘sotto protezione’ ed è ‘imputato di procedimento connesso’, come indicato nell’ordinanza della Corte la scorsa udienza.
Dissi ai carabinieri dove poteva essere seppellita Saman quando andammo a Novellara per cercare il corpo. Me l’aveva detto Noman (Nomanulhaq Nomanulhaq, uno degli imputati, ndr)”, ha affermato il fratello di Saman rispondendo, in un ottimo italiano, alle domande dell’avvocato Luigi Scarcella.
“Chiesi a Noman dove fosse perchè volevo abbracciarla l’ultima volta, lo chiesi anche allo zio Danish” ha proseguito.
“Perchè questa cosa non la dicesti ai carabinieri in precedenza?” domanda il legale. “Perchè non sapevo di preciso dove fosse sottoterra e sempre per paura di mio padre”. “Era una bugia dire che non c’entravano, l’ho detta perché da piccolo avevo paura di mio padre e di mio zio e non potevo dire niente“.
In aula ad assistere all’udienza c’è anche Shabbar Abbas, il padre di Saman che è tra gli imputati.