• 23 Novembre 2024 23:30

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Il falso mito degli autovelox nelle grandi città

Giu 3, 2024

AGI – Solo l’11% dei 583 milioni di euro di proventi delle multe nelle 14 città italiane con più di 200 mila abitanti è dovuto alle multe degli autovelox. Un 11% che diventa 6% da Roma in giù. È quanto emerge da una analisi condotta dall’Ufficio Studi dell’Asaps insieme alla Associazione Lorenzo Guarnieri, Che gli autovelox servano a “far cassa”, concludono gli autori dell’analisi, è insomma una “leggenda metropolitana”. Tanto più che restano significative differenze fra città e città, dagli 8,2 euro ad abitante di Napoli ai 124,8 di Firenze per una media nazionale è 62,4. “Importante è l’utilizzo di questi importi da parte dei Comuni – ricorda Giordano Biserni, presidente dell’Asaps – La comunicazione non è sempre trasparente e la descrizione spesso molto generica. Purtroppo l’educazione alla sicurezza stradale è la cenerentola con solo 89.238 euro, spiccioli considerato l’ammontare totale. La parte del leone negli investimenti la fanno la manutenzione delle strade (97 milioni di euro) e l’illuminazione pubblica (41 milioni di euro). il 25% degli investimenti pari a 77 milioni di euro e indicati come destinati a sicurezza stradale (legittimamente da un punto di vista legislativo) in realtà non hanno molto a che fare con la sicurezza stradale, fra questi 19 milioni sono destinati al pagamento di luce e gas”.

 

 

“Si ha la sensazione – continua Biserni – che se non ci fossero più multe perché i cittadini rispettano il codice della strada avremmo città al buio, uffici comunali al freddo e senza luce, strade senza segnaletica e con voragini e polizia municipale senza uniformi e senza pensione. A seguito della nostra analisi, prevale l’idea che nella destinazione dei proventi delle multe non ci sia una progettualità specifica. Si ha la sensazione, corroborata dai dati, che le destinazioni dei proventi siano tutte spese che l’amministrazione doveva comunque fare e che vengono assegnate ‘a posteriori’ alla categoria del miglioramento della sicurezza stradale. Spese quindi per la maggior parte non discrezionali, già sostenute ‘indipendentemente’ dai ricavi delle multe. Non si vede visione, progettualità specifica per migliorare effettivamente la sicurezza delle strade della città in particolare per gli utenti deboli: pedoni e ciclisti. E molte di questi interventi hanno poco a che fare con la sicurezza stradale”. Concludendo, “abbiamo capito che i soldi per migliorare la sicurezza dei cittadini nelle nostre città ci sarebbero. Purtroppo, pero’ manca la volontà politica per un vero cambio di passo verso una mobilità più sicura, dove non si debba più morire per muoversi”.  

 

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