• 8 Gennaio 2025 16:54

Corriere NET

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Il fact-checking di Meta è a rischio anche in Europa

Gen 7, 2025

AGI – Meta potrebbe decidere di porre fine al suo programma di fact-checking anche in Ue e non ci sono automatismi che potrebbero impedirglielo o imporre sanzioni immediate, anche se quasi certamente si avvierebbero le procedure previste dal Digital service act per verificare che le piattaforme social contrastino efficacemente la diffusione della disinformazione. A dirlo è Tommaso Canetta, vicedirettore di Pagella Politica e Facta news, l’organizzazione che dal 2018 cura il fact-checking su Facebook. “Il Digital service act considera la diffusione di notizie false un rischio sistemico” dice all’Agi nel giorno in cui Meta ha annunciato che, a partire dagli Stati Uniti, abbandonerà il sistema di fact-checking delle informazioni condivise sulle piattaforme di Meta, “e le stesse linee guida di Facebook prevedono uno strumento di questo tipo. Ma nulla impedisce a Zuckerberg di chiudere la collaborazione che ha in molti Paesi europei e in un secondo tempo affrontare le conseguenze”.

 

Il sistema delle ‘community notes’ simile a quello di X che sostituirà il fact-checking “non funziona” aggiunge Canetta, “come è stato ampiamente dimostrato anche durante la recente campagna elettorale negli Stati Uniti”. Le parole con cui Zuckerberg ha annunciato la fine del programma negli Usa, dice il vicedirettore di Pagella Politica, non lasciano ben sperare per il futuro di quelli in Europa. “Ci dobbiamo aspettare il peggio” spiega, “il meccanismo di fact-checking e’ di per se’ una garanzia che non ci sia il rischio di censura e leggere Zuckerberg che parla proprio di censura è scioccante“.

 

 

Ma come funziona il fact-checking su Meta?

“Se un contenuto presenta delle inesattezze o cose dimostrabilmente false, viene scritto un articolo con link alle fonti primarie” spiega Canetta, “e non viene rimosso ma viene applicata un’etichetta che dice che quel contenuto, valutato da entità indipendenti, risulta essere fuorviante. A quel punto il lettore ha la possibilità di continuare e leggerlo o di andare sul fact-checking”. La lettura che Canetta dà della decisione di Zuckerberg è ovviamente politica: “Presa all’indomani delle elezioni americane dimostra la sua volontà di riposizionarsi“. “Ma al di la’ della decisione in sé” aggiunge, “gli argomenti che porta sono a sua volta falsi e fuorvianti”.

 

La comunità dei fact-chceker è pronta a reagire: le due associazioni principali – IFCN e EFCSN – “operano sulla base di standard di etica e metodo elevatissimi” dice Canetta e “la stragrande maggioranza del pubblico sembra avere un atteggiamento positivo, come mostrano anche i numeri dei report di Meta“. “Vero è” conclude, “che c’è una minoranza chiassosa che ci attacca da sempre e ci accusa di essere censori e politicamente schierati. Ma sono accuse che vengono da ogni parte politica e che flagellano il nostro lavoro con insulti e minacce che in alcuni Paesi possono rendere il clima particolarmente pesante”.

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