di Xavier Jacobelli
giovedì 1 marzo 2018 10:22
CAGLIARI – Il viatico più prezioso e di certo gratificante per il nuovo stadio del Cagliari arriva direttamente da Nyon, quartier generale Uefa. A portarlo personalmente a Tommaso Giulini è Michele Uva, vicepresidente della federcalcio europea e direttore generale della Figc commissariata: «La società rossoblù si è lanciata in un’impresa entusiasmante che le fa onore e, quando sarà stata realizzata, onorerà il calcio italiano. Il mio auspicio è che il nuovo Sant’Elia sia il più bello stadio d’Italia e divenga miglior biglietto da visita dell’Italia nel momento in cui la federazione italiana presenterà la sua candidatura per ospitare gli Europei 2028».
DUE PER CENTO – Eccola, la clamorosa anticipazione di Uva, visibilmente soddisfatto per i progetti che gli architetti squadernano nel Lazzaretto di Sant’Elia e lesto ad apporre un imprimatur di grande significato politico. Tanto che Giulini coglie la palla al balzo e, a proposito della capienza variabile del nuovo impianto, progettato per ospitare da 24 mila sino a 30 mila spettatori, osserva: «Se tutto andrà come speriamo e se la Federcalcio inserirà Cagliari nel novero delle città ospitanti l’Europeo 2028, chiederemo un aiuto concreto alla Figc per l’ampliamento della ricettività». Ciò che conta è la concretezza alla base del lavoro cagliaritano. Uva annota: «Per avere un’idea dell’importanza dell’iniziativa sarda, basta ricordare un dato: negli ultimi dieci anni, in Europa sono stati realizzati o ristrutturati 194 impianti. Di questi, solo 4 in Italia, il due per cento e si fa presto a ricordare quali siano: Juventus Stadium oggi Allianz Stadium; Stadio Friuli Dacia Arena; Mapei Stadium a Reggio Emilia; Benito Stirpe di Frosinone. Vi confesso che quando mi ritrovo nei consessi internazionali che si occupano di impiantistica, arrossisco dalla vergogna, pensando alla situazione italiana. Ecco perché il cammino imboccato dal Cagliari è doppiamente significativo».