AGI – Il coltello insanguinato era lì, accanto al corpo del 23enne Dario De Gennaro, esanime da quasi 24 ore, quando sono arrivati i carabinieri nell’appartamento al primo piano della palazzina al civico 27 di via Immacolata a Molfetta, nel Barese. I militari cercavano Dario da ore, dopo la denuncia di scomparsa formalizzata dai genitori: del giovane, dopo che era uscito di casa giovedì pomeriggio, intorno alle 15.30, senza dire nulla ai parenti, non c’era più traccia e il cellulare squillava a vuoto.
Il cerchio si è chiuso ieri sera, quando il 29enne Onofrio de Pasquale, originario di Bisceglie, ha citofonato alla caserma dei carabinieri di Molfetta per confessare di averlo ucciso, accompagnato dai legali Dario Iurlaro e Giacomo Piepoli. “Sono stato io”, ha detto senza esitazioni. Secondo quanto raccontato dal 29enne il contrasto fisico con la vittima sarebbe arrivato al culmine di una discussione, di cui non si conoscono ancora esattamente le motivazioni, ma che potrebbero inquadrarsi nell’ambito della gestione del traffico di droga in città. Il corpo è stato lasciato in casa per quasi 24 ore, e da una prima perizia esterna sarebbero emerse numerose ferite con un’arma da taglio, sferrate tra collo e torace. Oltre alle testimonianze del presunto assassino, amici e famigliari della vittima, che non avevano mai creduto in un allontanamento volontario, sarà fondamentale, per la ricostruzione dell’esatta dinamica dell’omicidio, anche l’analisi sulle videocamere di sorveglianza della zona e l’analisi degli smartphone della vittima e di De Pasquale.
Le risposte attese dall’autopsia
Sul caso indagano i carabinieri, coordinati dal pubblico ministero della procura della Repubblica di Trani, Marcello Catalano. La procura ha disposto l’autopsia sul corpo che sarà svolta tra lunedì e martedì dalla dottoressa Sara Sablone dell’Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Bari. Il 29enne, con un solo precedente penale che risale al 2014, quando fu accusato di aver ferito con un coltello un benzinaio nel corso di una rapina a Bisceglie, al momento si trova nel carcere di Trani. “De Pasquale è sconvolto e turbato per l’accaduto – hanno spiegato i suoi legali -. Sta collaborando con gli inquirenti fornendo informazioni utili alla ricostruzione dell’accaduto”. Il 29enne sara’ interrogato lunedì mattina nell’istituto penitenziario tranese.
Il vescovo di Molfetta: “È il fallimento di una comunità intera”
“Sconcerto e dolore per questo evento di brutale violenza. È la prima reazione che sentiamo tutti nel nostro cuore. Non doveva accadere. Non è possibile che un diverbio, un malinteso, un contrasto possano annientare una vita umana”. Sono le parole del vescovo di Molfetta, Domenico Cornacchia, dopo l’omicidio del 23enne Dario De Gennaro, avvenuto in città giovedì scorso. “Quando un uomo uccide un altro uomo è il fallimento non di una sola persona ma di tutta una comunità intera – ha evidenziato il parroco don Paolo Malerba -. Abbiamo fallito tutti in questa storia triste. Siamo tutti responsabili. Non possiamo fare finta di nulla, tocca tutti. Dobbiamo chiederci non perché è successo ancora, ma cosa potevamo fare e non abbiamo fatto? Purtroppo è successo nel nostro quartiere dell’Immacolata da tutti disprezzato, ma qui nel nostro quartiere c’e’ tantissima brava gente, tanti lavoratori, tanti bambini che giocano per strada. Non cediamo alla logica della morte, del più forte. Come parroco vi invito a pregare per quest’uomo che ha perso la vita perché possa riposare in Dio e pregare per il suo carnefice perché si possa convertire. E a noi tutti a costruire un mondo più giusto, più vero. Non cediamo alla logica della morte. La vergine santa di Lourdes ci accompagni in questo cammino di purificazione e spogliazione da tutto ciò che è male”. Il vescovo, in ultimo, ha evidenziato come l’evento sia accaduto all’inizio della Santa Quaresima: “chiediamo la forza del perdono e, per l’intera città di Molfetta, il coraggio di esercitarsi nella misericordia e nella pacifica tolleranza”. “Aiutiamo i nostri giovani – ha concluso Cornacchia – nel cammino del rispetto di tutti, anche del nemico e nella costruzione di un mondo in cui la vita umana sia rispettata e valorizzata”.