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Il decalogo del wikipediano: le regole d’oro per scrivere il sapere comune

Lug 25, 2016

HA SOLO quindici anni, ma ha già catalogato buona parte dello scibile umano. E’ Wikipedia, la più grande enciclopedia online e libera del mondo, costruita grazie al lavoro di milioni di volontari: i wikipediani. Entrare nella comunità è semplice – basta un click – ma scrivere una voce di Wikipedia lo è un po’ meno: bisogna essere scrupolosi e seguire dei meccanismi talvolta molto rigidi e complicati. Motivo per cui, alla fine, molti lasciano perdere. Per questo Wikimedia Italia ha raccolto alcune regole basilari in un pratico vademecum. Strumento con cui l’associazione vuole aiutare gli aspiranti contributori a diventare dei perfetti contributori e formare i volontari del futuro.

Il decalogo è parte dell’iniziativa “Wikipedia va a scuola”, lanciata dall’associazione per insegnare alle nuove generazioni l’importanza della condivisione del sapere. “Il nostro obiettivo è invogliare gli studenti a entrare nella community e far capire come usare la rete in modo costruttivo – spiega Andrea Zanni di Wikimedia Italia – Nostro malgrado condividiamo un sacco di dati personali che vengono venduti al mercato da soggetti come Google o Facebook. Allora perché non insegnare che si può condividere qualcosa di utile a noi e agli altri?”.

Nelle scuole si vuole spiegare come viene costruito il “sapere universale”, insegnando a redigere in modo corretto le voci dell’enciclopedia e a leggere criticamente non solo il contenuto di Wikipedia, ma anche tutto il materiale che ogni giorno si consulta sul web: “Si tratta di insegnare quelle competenze digitali che tutti dovrebbero avere, anche gli adulti. Per non prendere come oro colato tutto ciò che ci viene offerto”, continua Zanni. Portare gli ideali di Wikipedia fuori dal pc però non è semplice: Wikimedia Italia è un’associazione no profit e per realizzare il progetto ha bisogno dell’aiuto di tutti, per questo è stata aperta una raccolta fondi.

In cerca di futuro. La riuscita del progetto sarà fondamentale, anche perché riguarda il futuro dell’enciclopedia più popolare del mondo. Un futuro in cui Wikipedia dovrà tentare di risolvere alcune questioni: calo dei contributori, netta prevalenza di uomini sulle donne e poca partecipazione dei paesi non occidentali. Basti pensare che la metà di tutte le modifiche apportate agli articoli sono state scritte solo in cinque paesi: Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania e Italia.

Per invertire la tendenza, il primo passo da compiere dovrà essere proprio quello di abbattere le barriere d’ingresso alla comunità, rendendo più semplice la creazione e la modifica di una pagina soprattutto per i nuovi arrivati. Un obiettivo cheJimmi Wales, co-fondatore di Wikipedia, ha ricordato anche a giugno, durante il raduno mondiale dei wikipediani che si è tenuto a Esino Lario, in provincia di Lecco: “Ci sono tanti geek non tecnici là fuori, l’enciclopedia ha bisogno di loro, delle loro conoscenze come del loro patrimonio culturale”, aveva spiegato “Jimbo” a Repubblica. Anche perché un maggior numero di contributori non significa solo più voci nell’enciclopedia, ma anche migliore possibilità di scovare le “fandonie” scritte da qualche perditempo. “C’è una legge che vige nella politica open source – conclude Andrea Zanni – dati abbastanza occhi, tutti gli errori vengono a galla”. E’ la legge di Linus. Così dice Wikipedia.

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