MILANO – Il salvataggio delle banche venete pesa sia sul deficit sia sul debito italiano. Secondo il verdetto arrivato nei giorni scorsi da Eurostat (atteso dall’Istat per ricalcolare domani i valori delle due grandezze rispetto al Pil 2017), l’impatto sul deficit delle operazioni Veneto Banca e Popolare di Vicenza è stato di 4,7 miliardi sul deficit (pari all’intervento di cassa a favore di Intesa Sanpaolo che ha inglobato la parte buona degli istituti) e 11,2 miliardi sul debito (includendo le garanzie).
I nuovi dati aggiornati sul conto delle amministrazioni pubbliche saranno resi noti domani da Istat.
Nella stima diffusa a inizio marzo, l’Istituto di statistica calcolava l’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche al -1,9% del Pil, a fronte del -2,5% del 2016, ma appunto non includendo gli effetti della liquidazione delle banche venete. In valore assoluto l’indebitamento era allora calcolato in -33.184 milioni di euro, in diminuzione di circa 8,5 miliardi rispetto a quello dell’anno precedente. Il debito risultava sceso al 131,5% del Pil dal 132% del 2016.
Nella sua valutazione, Eurostat considera il procedimento seguito per la liquidazione degli istituti e calcola il ‘netto’ tra le uscite totali pari a 14,7 miliardi e le entrate stimate, come recuperi soprattutto dagli Npl, pari a 10 miliardi: “Il risultato è un impatto negativo di 4,7 miliardi da registrare” a valere sul deficit 2017. In relazione al debito Eurostat considera le obbligazioni pari a 6,4 miliardi verso Intesa Sanpaolo come prestito e il finanziamento necessario per l’intervento di cassa a favore di Intesa per 4,8 miliardi: l’impatto sul debito, diretto e indiretto, ammonta dunque a 11,2 miliardi.