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Il compromesso dell’Europa salva i motori benzina e diesel

Giu 29, 2022

Il Consiglio Ambiente dell’Unione Europea assicura un futuro ai motori diesel e benzina, almeno in parte: dopo una lunga trattativa, i ministri dell’ambiente dei 27 Paesi membri hanno trovato un compromesso sulla declinazione finale del pacchetto Fit for 55, che sarà discusso con l’Europarlamento e la Commissione nel corso del prossimo mese. Approvato l’addio ai motori tradizionali, con la nuova decisione si apre uno spiraglio per biocarburanti e tecnologie ibride: per valutare i risultati di questo storico compromesso, è stato fissato un check intermedio previsto nel 2026.

Salvi biocarburanti e ibrido

La decisione è giunta nella notte, al termine di una lunga negoziazione: la nota pubblicata dal Consiglio Ambiente UE è quella da cui prenderanno avvio le trattative con Europarlamento e Commissione Europea per l’applicazione del pacchetto Fit for 55, che prevede entro il 2035 la riduzione del 100% delle emissioni di CO2 da auto e furgoni di nuova produzione.

Lo stop alla produzione di motori endotermici a partire dal 2035, già approvata dal Parlamento Europeo lo scorso 8 giugno, che aveva visto le chiare opposizioni di alcuni Paesi e di pressoché tutte le associazioni di categoria, vede finalmente una “posizione comune” degli Stati membri. L’addio ai motori diesel e benzina – per cui anche Federauto, tra gli altri, aveva espresso delle  preoccupazioni – è confermato, ma c’è un importante compromesso che salva e-fuel e soluzioni ibride plug-in, considerate come tecnologie “intermedie” tra l’endotermico e il full electric.

Nella nota ufficiale del Consiglio conferma il piano del Green Deal europeo, e con esso la riduzione del 100% delle emissioni di CO2 da auto entro il 2035. La nuova posizione dei ministri dell’Ambiente ammette però la possibilità di sperimentare – almeno all’inizio – soluzioni che non siano necessariamente full electric. E-fuel e motorizzazioni hybrid plug-in possono quindi essere parte del piano europeo per la riduzione delle emissioni.

Una verifica dei risultati nel 2026

La decisione sembra andare incontro alle perplessità avanzate in un primo momento da Germania e Italia, tra i Paesi che nutrivano le maggiori preoccupazioni per il ban imposto ai motori endotermici. La Germania, in particolare, che nutre posizioni divergenti all’interno del suo stesso Governo in materia di Green Deal, aveva chiesto di ammettere nel nuovo piano dei combustibili “neutri in termini di emissioni CO2”, che non significa necessariamente anche “sostenibili”.

Il compromesso europeo sembra perfettamente coerente con le tempistiche del programma Fit for 55. Il piano operativo per il raggiungimento degli obiettivi del Green New Deal prevede infatti due tappe intermedie, prima dello stop definitivo ai motori diesel e benzina previsto per il 2035: la prima nel 2025, quando le emissioni delle auto di nuova produzione dovranno essere ridotte del 15%; la seconda nel 2030, anno in cui dovremmo aver tagliato il 55% delle emissioni CO2 su strada rispetto ai dati del 2021.

Il Consiglio Ambiente UE ha quindi optato per una posizione capace di assorbire le richieste dei vari ministri dei Paesi membri, ammettendo motori ibridi plug-in e biocarburanti alternativi a diesel e benzina nel nuovo piano verso le emissioni zero. Si prevede però una sorta di verifica nel 2026, quando la Commissione sarà chiamata a valutare “i progressi fatti per raggiungere l’obiettivo del 100% di riduzione della CO2”, prendendo in considerazione “gli sviluppi della tecnologia, compresi quelli relativi alle tecnologie ibride plug-in, e l’importanza di una transizione verso le zero emissioni sostenibile e socialmente equa“.

Le perplessità avanzate da alcuni Stati membri, infatti, riguardano essenzialmente la sostenibilità dell’applicazione del piano Fit for 55: come ha ricordato il Ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani, “un’auto elettrica potrebbe costare sei mesi di stipendio ad alcuni cittadini e dieci anni ad altri”.

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