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Dalla Pallavolo Senigallia un progetto per ripartire in sicurezza

Mag 7, 2020

SENIGALLIA (ANCONA)- In un lungo ed articolato progetto la Pallavolo Senigallia traccia le linee per far ripartire la pallavolo giocata in assoluta sicurezza.

Analizzato e studiato da proessionisti della sicurezza sugli ambienti di lavoro, medici, tecnici e professionisti legali, ancor prima di porre alle autorità sportive, federali istituzionali e civili la questione (pur fondamentale e strategica per le società sportive dilettantistiche) delle gravissime criticità economiche che oggi pesano come macigni sulle società sportive che si auto-finanziano con le rette dei corsi sportivi e, in parte, con contratti di sponsorizzazione e pubblicità sportiva, il progetto nasce dalla prioritaria e non oltre rinviabile esigenza di restituire forza vitale ad una intera generazione di giovani costretti da oltre due mesi a casa con evidenti ripercussioni di ordine formativo, psico-fisico e sociale.

E’ infatti evidente che il problema dello sport riguarda solo in minima parte le categorie assimilabili a “professionisti” e “atleti di interesse nazionale”. Il tessuto sportivo del nostro Paese è fatto di sport agonistico dilettantistico, che ha non solo valenza legata alla crescita psico-fisica degli atleti ma anche e soprattutto valenza sociale e culturale. Le linee guida della USD Pallavolo Senigallia, presieduta da Gabriele Zazzarini, sono illustrate in dettaglio nel documento ispiratore di una società che a settembre festeggerà i suoi primi venti anni di vita e che con i suoi oltre 400 iscritti è al secondo posto nella regione Marche dietro Fano, la prima della provincia di Ancona e al quindicesimo in Italia. Un documento che porta la firma di Roberto Paradisi (il direttore tecnico), Michele Rotondo, Alberto Lanari, Davide Longarini e Alessandro Frezza e che costituisce il manifesto filosofico, culture e sportivo della Scuola di pallavolo senigalliese. Sette punti che in dettaglio chiariscono obiettivi e percorsi, ispirandosi al principio originario olimpico, della prima Olimpiade di Atene. E sotto questo aspetto il capitolo dell’agonismo verticale, la battaglia contro se stessi e i propri limiti prima che contro un avversario, ne è la summa.

Nello specifico il minuzioso progetto non lascia vuoti o punti interrogativi. E’ stato pensato per garantire la sicurezza dei ragazzi partendo da ciò che realmente può avvenire ed essere controllato, da quando si parte da casa a quando ci si torna, senza condividere la doccia post allenamento (che ognuno farà a casa sua), certificando la propria temperatura un’ora prima dell’allenamento, rispettando distanze e procedure fuori dal palasport nel momento del cambio di gruppo che si allena. E perfino in campo, un campo di pallavolo suddiviso in settori precisi e invalicabili, che consentono ugualmente il movimento e l’esercizio nei fondamentali della pallavolo. Un modo per tornare a muovere il proprio corpo che non ha soltanto un valore sportivo, perfino secondario in questa fase, ma sociale.

Il tutto pensato tenendo conto scrupolosamente della normativa vigente nazionale (dal DPCM 4.03.2020 in poi) e della normativa regionale, puntando alla ripartenza del 18 maggio.

Il progetto sociale pilota al palazzetto del Campo Boario, struttura comunale in gestione di fasce orarie esclusive alla USD Pallavolo Senigallia, ha anche la consapevolezza e la speranza di potersi poi espandere coinvolgere altri impianti anche in co-gestione. Senza dimenticare che qualunque società potrebbe farlo suo semplicemente sfruttandolo, copiandolo.

RIPARTIRE IN SICUREZZA: SI PUÒ FARE COSÌ-

Il progetto nasce pertanto – con ulteriori sacrifici economici della società sportiva – per onorare il primo e fondamentale obiettivo statutario di ogni associazione dilettantistica, un obiettivo statutario che non è solo scritto negli atti notarili, ma è scritto nel dna e nell’anima di ogni dirigente e di ogni tecnico che si dedica allo sport agonistico: garantire la disciplina sportiva ai giovani quale strumento formativo di crescita psico-fisica, etica, culturale e sociale. Un progetto pensato non solo e non tanto per garantire continuità nelle prestazioni sportive degli agonisti, ma soprattutto per organizzare in sicurezza l’esercizio di una disciplina capace di dare una risposta sociale ai giovani offrendo loro, in un ambiente sano e sicuro, un costante impegno con se stessi ritrovando una socialità perduta in un percorso rinnovato di formazione psico-fisica ed offrendo al tempo stesso alle famiglie uno spazio sicuro e attenzionato per i propri figli in alcune fasce orarie della settimana. Ecco perché il presente progetto investe innanzitutto il settore SOCIALE.

IL COMITATO SOCIETARIO PER LA SICUREZZA E PROFILASSI-

E’ stato costituito un comitato societario con il compito di redigere un protocollo per la ripresa dell’attività in sicurezza. Detto comitato, che ha lavorato al protocollo operativo contenuto nelle pagine successive del progetto, è costituito dal presidente Gabriele Zazzarini, dal vice presidente Simone Facchini, dal dirigente Avv. Roberto Paradisi, dal medico sociale dott. Andrea Moschini, dal dirigente geom. Marco Magi e dal consulente esterno Stefano Virgulti, titolare della società di consulenza sulla sicurezza degli ambienti di lavoro “Controllo Inquinamento Ambientale soc. coop”.

IL PROTOCOLLO DI SICUREZZA

Presidio di struttura

Presidi personali-

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