C’è chi ride, c’è chi piange. Il nuovo Codice della Strada sta dividendo l’opinione pubblica, anche per quanto riguarda l’impatto sulle abitudini di consumo del vino nella ristorazione. Lo chef Giorgio Marchesi, noto come “Giorgione”, titolare di un ristorante a Montefalco, ha espresso il suo punto di vista.
Il vino non si vende più
“Il problema vero è che il vino inizia a non vendersi più – ha spiegato in un’intervista a Open –. In pochi giorni il consumo e quindi per noi la vendita di vino si è più che dimezzata: si è tri-mezzata. O non bevono o appunto prendono una sola bottiglia in 18. Diciamo che le conseguenze si sono riversate sui vini buoni, e per noi proprio il Sagrantino che ha una gradazione alcolica più elevata. Hanno paura di prendersi qualche legnata e non posso proprio dare loro torto”.
Con le nuove regole, che prevedono un aumento delle multe e il ritiro della patente già per minime tracce di alcol, la tensione tra i clienti è tangibile. I controlli più severi e la stretta normativa hanno ridisegnato il rapporto con il consumo di alcolici fuori casa, spingendo molti a evitare il vino per paura di sanzioni o rischi alla guida.
Il volto noto del Gambero Rosso sottolinea l’importanza di una condotta responsabile: “Ricordo a tutti che se si beve poi non ci si può mettere alla guida. E magari suggerisco di bere quel bicchiere all’inizio del pasto, in modo che sia possibile smaltirlo prima di rimettersi in viaggio. Un goccetto per uno non fa male a nessuno. Un bicchiere per uno nemmeno, due probabilmente inizia a diventare un problema”.
La sicurezza stradale ha sempre la priorità, indipendentemente dagli interessi economici in gioco. Persino chi ha fatto della convivialità e del buon cibo una professione, ci tiene a sottolinearlo. Tuttavia, rimane il dispiacere di dover constatare un cambiamento così netto nelle abitudini degli italiani.
Clima pesantino
Un altro aspetto di cui tener conto è la logistica. Il ristorante di Giorgione, situato tra le colline umbre, attira clienti da lontano. Tuttavia, la mancanza di trasporti pubblici e navette penalizza chi vorrebbe godersi un bicchiere di vino senza preoccuparsi di doversi poi mettere al volante.
“Da noi a Montefalco si viene spesso da lontano con la propria auto, impensabile organizzare un servizio per questa clientela – ha aggiunto lo chef -. Certo uno della compagnia non beve per guidare, ma anche gli altri bevono poco dovessero dare il cambio alla guida per qualsiasi ragione. Si è creato certamente un clima pesantino, e mi spiace perché la mia vita è legata al cibo e al buon bere al di là delle prenotazioni al mio ristorante di cui non posso proprio lamentarmi”.
Che sia semplicemente un fenomeno passeggero? Giorgione non ne è poi così sicuro: “Non so se durerà di più o se poi l’effetto psicologico di questi giorni si stempererà”. In un contesto già sfidante per la ristorazione, che sta cercando di riprendersi dagli effetti della pandemia e della crisi economica, questa nuova variabile rappresenta un ulteriore ostacolo. Tuttavia, operatori come Giorgione continuano a promuovere un approccio equilibrato e responsabile, ribadendo l’importanza della sicurezza senza rinunciare al piacere della convivialità.