AGI – Non si ferma la corsa dei prezzi delle stanze in affitto in Italia, con rincari diffusi in quasi tutte le principali città universitarie e un dato complessivo nazionale che, rispetto a un anno fa, registra un +7% per le singole. Una crescita dovuta soprattutto al forte incremento della domanda, in aumento del 27% sul 2023, da parte degli studenti fuori sede – ma anche di qualche lavoratore – alla ricerca di un alloggio per il nuovo anno accademico, ormai alle porte.
Tra le città con un’importante tradizione universitaria, Bologna è al secondo posto, dopo Milano, per quanto riguarda il costo di una singola, con 506 euro al mese, in rialzo del 5% in un anno a fronte di un interesse in aumento del 7%. I dati emergono dall’ultimo rapporto di Immobiliare.it Insights, proptech company del gruppo di Immobiliare.it, il portale immobiliare leader in Italia, specializzata in big data e market intelligence per il settore immobiliare, che ha esaminato l’andamento dei prezzi e della domanda nel mercato delle stanze nel nostro Paese. Passando, invece, al costo di un posto letto nelle stanze doppie, la situazione è un pò diversa: se, infatti, Milano detiene comunque il primato con 353 euro, Bologna è al quarto posto come costo dell’affitto, con 264 euro al mese.
“I dati della domanda, in costante crescita, dimostrano come quello delle stanze sia sempre un mercato molto redditizio per i proprietari – spiega Antonio Intini, Chief Business Development Officer di Immobiliare.it -. Da qui la tendenza al rialzo dei prezzi che osserviamo ormai da diversi anni e che non ha ancora terminato la sua corsa, soprattutto nelle città più gettonate che, a ogni modo, vivono un momento di crescita dei valori in tutto il comparto e non solo in quello dei posti letto”.
Gli studenti, però, stanno già cercando un’alternativa alle città universitarie e d’arte care come Bologna, cosi’ come evidenzia la ricerca. In un anno, infatti, è cresciuta in maniera esponenziale, addirittura in tripla cifra, la richiesta di stanze in alcune località del sud, in particolare a Bari e Napoli e, per quanto riguarda l’Emilia-Romagna, a Ferrara (+116%).
“Il boom di ricerche che stanno vivendo le località del Sud, più economiche, e quelle limitrofe a un grande centro mostra come la domanda si stia spostando verso poli più avvicinabili dal punto di vista della sostenibilità dei costi – spiega Intini – Tanti studenti, non potendo più pensare di sostenere la spesa richiesta nelle città più care, optano per atenei comunque di alta qualità ma più vicini alle loro città d’origine o alternativi alle scelte finora più tradizionali, come possono essere Bologna, Milano e Roma”.