AGI – Il boom dei costi dell’energia mette a rischio i servizi offerti dalle parrocchie. Intervistato dall’AGI, il responsabile del gruppo acquisti diocesano milanese, Daniele Ferrari, parla di stime del più 70% per il gas e più 100% per l’energia elettrica rispetto a un anno fa, nonostante gli accorgimenti utilizzati. “Uno scenario preoccupante”, lo definisce Ferrari.
Al momento l’unica azione che si è potuta mettere in campo è un ‘vademecum’ per “il contenimento dei consumi”.
Tra le misure consigliate, ricorda Ferrari, c’è: “Ritardare l’accensione del riscaldamento di 15 giorni, dove possibile di un mese; ridurre la temperatura di 1 o 2 gradi; ottimizzare l’utilizzo degli spazi, cioè usare meno aule possibile e riscaldare solo quelle; ridurre di tre ore al giorno i consumi di luce e gas”.
Per capire la dimensione dell’impennata dei prezzi, basti pensare che per la Biblioteca ambrosiana “l’anno scorso la bolletta di energia elettrica del mese luglio era stata di 14 mila euro e quest’anno, a parità di volume, 60 mila”.
Comunque al momento, sottolinea Ferrari, si esclude una riduzione dei servizi: “È considerata l’ultima ratio, solo se ci sarà una situazione di estrema difficoltà si potrebbe pensare a una soluzione del genere”.
Con la guerra, poi, il problema per le diocesi è doppio: “Aumentano i costi delle materie prime, e quindi la disponibilità delle parrocchie, e contemporaneamente aumentano le richieste di supporto. Sicuramente c’è preoccupazione da parte nostra”.
La soluzione? “C’è la necessità di un intervento europeo sul prezzo del gas, altre soluzioni sono o difficili o estemporanee. Va bene l’abbassamento dell’Iva sul gas e l’intervento sugli oneri di sistema, ma il problema di fondo è strutturale. E intanto magari si potrebbe svincolare il prezzo dell’energia da quello del gas.