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Il biodiesel Eni che può salvare i motori termici

Feb 21, 2023

È arrivato in Italia il nuovo HVOlution, già disponibile in 50 Eni Live Station nel nostro Paese. Entro la fine del mese di marzo sarà presente in tutto in 150 stazioni. Questo nuovo diesel alternativo viene prodotto da materie prime di scarto e residui vegetali, oltre che da olii generati da colture non in competizione con la filiera alimentare; oggi è già utilizzabile dalle motorizzazioni omologate.

Il primo bio-diesel di Eni

HVOlution è il primo diesel di Eni Sustainable Mobility realizzato con il 100% di materie prime rinnovabili (ai sensi della Direttiva (UE) 2018/2001 “REDII”). Si tratta di uno speciale biocarburante che può contribuire all’immediata decarbonizzazione del settore dei trasporti anche pesanti, tenendo anche conto delle emissioni allo scarico, perché può essere usato con le attuali infrastrutture e in tutte le motorizzazioni omologate, mantenendo le prestazioni invariate.

Eni oggi può offrire ai suoi clienti questo biocarburante innovativo grazie a un importante investimento che ha realizzato sin dal 2014, con la trasformazione delle raffinerie di Venezia e Gela in bioraffinerie, che dalla fine del 2022 sono palm oil free. La tecnologia proprietaria Ecofining permette di trattare materie prime vegetali di scarto e olii non edibili per produrre biocarburante HVO (Hydrotreated Vegetable Oil, olio vegetale idrogenato) di cui Eni Sustainable Mobility è il secondo produttore in Europa.

Il biocarburante puro di Eni

HVOlution è un biocarburante composto al 100% da HVO puro. Prima di essere distribuito presso le stazioni di servizio Eni, l’HVO in purezza è stato usato da diversi clienti, che lo hanno provato per la guida di mezzi per la movimentazione dei passeggeri a ridotta mobilità in ambito aeroportuale e per i veicoli commerciali della logistica; inoltre, addizionato al gasolio, dal 2016 il biocarburante HVO è presente al 15% nel prodotto Eni Diesel +, disponibile in più di 3.500 stazioni di servizio in Italia.

Stefano Ballista, amministratore delegato di Eni Sustainable Mobility, ha dichiarato: “Il biocarburante puro HVOlution ha un ruolo fondamentale perché già da oggi può dare un contributo importante alla decarbonizzazione della mobilità, anche del trasporto pesante. Questo prodotto arricchisce l’offerta nelle stazioni di servizio, affiancandosi all’attuale proposta di prodotti low-carbon, come le ricariche elettriche, e di servizi per le persone in mobilità: obiettivo di Eni Sustainable Mobility è integrare gli asset industriali e commerciali lungo tutta la catena del valore, dalla disponibilità della materia prima fino alla vendita di prodotti decarbonizzati al cliente finale”.

Eni ha siglato degli accordi e delle partnership che danno la possibilità di valorizzare gli scarti e i rifiuti usandoli come feedstock per la produzione di biocarburanti come HVOlution. In diversi Paesi dell’Africa tra i quali Kenya, Mozambico e Congo, Eni sta sviluppando una rete di agri-hub in cui verranno prodotti olii vegetali in grado di crescere in terreni marginali e aree degradate e non in competizione con la filiera alimentare e, al tempo stesso, di creare opportunità di lavoro sul territorio.

Recentemente, dal Kenya è arrivato nella bioraffineria di Gela il primo carico di olio vegetale prodotto nell’agri-hub di Makueni, mentre a Venezia è arrivato il primo carico di olii di frittura esausti. L’obiettivo è di coprire il 35% dell’approvvigionamento delle bioraffinerie Eni entro il 2025. Un ottimo lavoro.

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