AGI – Undici persone, tra morti e dispersi. È questo il bilancio, ormai definitivo, del disastro della Marmolada, dove il 3 luglio una saracco ha travolto due cordate di escursionisti.
Secondo il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, che ha fornito il bilancio, il crollo di una parte della Marmolada “è stata una tragedia inevitabile, unica nel suo genere, è venuto giù un grattacielo di 70 piani e 100 metri di lunghezza. Non era prevedibile come conferma chi conosce la montagna”.
Ora l’obiettivo, spiega Zaia, “è riportare a casa i corpi delle persone che mancano e identificarli”. Sulla possibilità di un sistema di bandiera rosse per impedire le escursioni in caso di pericolo in situazioni analoghe a quelle che hanno provocato l’incidente, Zaia si mostra scettico perché “i modelli di rischio oggi non sono esattamente collaudati e nessuna attività umana è a rischio zero. Il rischio, dicono gli esperti, è che ci sarebbero sempre bandiere”.
Intanto continua il difficile lavoro sul ghiacciaio. Poco dopo l’alba gli elicotteri hanno portato sopra Pian dei Fiacconi le squadre del Soccorso Alpino, della Guardia di Finanza e dei Carabinieri, alla ricerca di nuovi segnali che possano aiutare il ritrovamento dei dispersi. Le operazioni di ricerca proseguono coi droni dopo che è terminata l’operazione via terra che ha portato al ritrovamento di resti umani e attrezzature da montagna. Tutto il materiale verrà analizzato dal Ris di Parma.
L’operazione ‘via terra è iniziata alle 5 ed è terminata alle 9 e 15. Intorno alle 6, l’elicottero ha portato in quota gli operatori per ispezionare la parte più bassa del distaccamento. Le operazioni, ccomunica in una nota la Provincia Autonoma di Trento, si sono svolte “in sicurezza grazie a sistemi di controllo e valutazione della temperatura”. Alle ricerche hanno partecipato 14 operatori con due cani della Guardia di Finanza.
Una mano dall’Europa
“I tragici eventi a Marmolada sono l’ultimo esempio di rischi di disastri legati all’aumento delle temperature e al cambiamento climatico. Il centro europeo di coordinamento delle emergenze sta monitorando la situazione ed è pronto a coordinare l’assistenza Ue se richiesta dalle autorità italiane”, ha dichiarato il vice presidente della Commissione europea, Maros Sefcovic.