iFixit ha smontato il MacBook Pro da 13 pollici, il nuovo modello con tasti fisici anziché la Touch Bar. È il modello con due porte Thunderbolt 3, venduto al momento a partire da 1749 euro.
Aprendo la nuova versione del notebook i tecnici di iFixit hanno riscontrato alcune modifiche importanti, a partire da una batteria da 54,5 Wh, il 25% meno capiente rispetto al modello precedente. Nonostante il cambiamento, Apple continua a indicare un’autonomia di 10 ore d’uso.
La batteria non è facilmente rimpiazzabile e rimovibile perché tenuta in posizione dalla colla. Il team di iFixit ha notato inoltre l’aggiunta di bumper in gomma sugli altoparlanti, probabilmente per limitare le vibrazioni e garantire un audio con una maggiore gamma dinamica.
In termini di periferiche audio, il nuovo MacBook Pro conserva il jack audio da 3,5 mm sparito dall’iPhone 7. Lo smontaggio di iFixit rileva che il componente è modulare e secondo i tecnici in futuro sarà semplice per Apple sostituirlo con un connettore diverso, Lightning o USB-C.
Un’altra novità apprezzabile solo smontando il prodotto riguarda l’SSD, facilmente rimovibile e non saldato – al contrario della RAM. La particolarità è che è basato su un controller proprietario di Apple. La casa di Cupertino usava già un SSD con controller proprietario nell’iMac Retina e conferma la volontà di realizzare sempre più componenti hardware in casa, dopo i chip Apple Ax nei dispositivi mobile.
I tecnici di iFixit hanno conferito al nuovo MacBook un punteggio di riparabilità di 2/10, ossia è impossibile ripararlo da soli e senza strumenti adeguati. L’unico aspetto positivo segnalato è che il trackpad – più grande rispetto ai modelli precedenti – può essere rimosso senza togliere prima la batteria. Tra le negatività più grandi riportate dai tecnici di iFixit, almeno dal loro punto di vista molto specifico, troviamo l’uso di viti pentalobo, la batteria incollata, la RAM saldata e l’SSD PCIe proprietario.
La RAM saldata e la scelta di dotare i nuovi MacBook di soli 16 GB di memoria farà storcere il naso a più di qualche interessato al portatile della casa di Cupertino.
Se da una parte Apple ha affermato che inserire 32 GB di memoria nei portatili avrebbe un effetto deleterio sull’autonomia, la causa potrebbe essere un tantino più tecnica. Secondo l’utente di Reddit exploding_m1 la vera ragione dietro l’assenza dell’opzione da 32 GB è dovuta alla piattaforma Intel.
“I processori Skylake non supportano la memoria LPDDR4, dove LP sta per low power. La futura piattaforma Kaby Lake dovrebbe includerlo, ma solo per i chip della serie U. Quindi penso che non vedremo il supporto LPDDR4 fino al 2018”.
“Un esempio è il Dell XPS 13, dove non potete avere 32 GB di RAM. Il modello da 15 pollici vi offre invece tale opzione, ma dovrete sacrificare l’autonomia per averla”. Secondo l’utente è per questa ragione che nemmeno il Surface Book di Microsoft supporta 32 GB di RAM.
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Intanto il ben noto analista King-Chi Kuo di KGI Securities ritiene che il prossimo anno Apple taglierà il prezzo elevato dei MacBook Pro e rinnoverà l’hardware interno. Secondo King-Chi Kuo Apple tende a partire con un prezzo più alto con una nuova generazione di MacBook per poi ridurre il prezzo gradualmente l’anno seguire. In questo caso l’analista crede che la gamma MacBook scenderà di prezzo nella seconda metà del prossimo anno.
King-Chi Kuo crede inoltre che i MacBook Pro del prossimo anno avranno fino a 32 GB di memoria RAM, ma solo se Intel riuscirà a fornire ad Apple i primi processori Cannonlake a 10 nanometri.