AGI – Dopo settimane di rincari, i prezzi mondiali dei cereali (grano, mais) e dei semi oleosi (soia, colza) sono tornati a scendere, sotto l’effetto della flessione dei prezzi del petrolio e delle ottime condizioni dei raccolti negli Stati Uniti. I prezzi del grano tenero sono scesi dalla borsa di Chicago al mercato europeo, scambiando su Euronext a circa 255 euro a tonnellata sulla scadenza di settembre (la più vicina), dieci euro in meno rispetto a una settimana fa.
Il crollo dei prezzi è dovuto principalmente alla caduta del prezzo del petrolio, al buon inizio del raccolto di grano negli Stati Uniti meridionali e alle ottime condizioni di crescita del mais e della soia americani. La colza, il cui seme pressato produce un olio ampiamente utilizzato negli agrocarburanti, è scesa sotto i 470 euro alla tonnellata dopo essere salita a oltre 490 euro alla fine di maggio.
Nelle pianure americane, le condizioni di crescita per il mais sono “buone” o “eccellenti” sul 75% della superficie coltivata a mais, secondo l’ultimo rapporto settimanale del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti. Si tratta della migliore percentuale dal 2021 per il primo report della stagione. Tuttavia, i prezzi dei cereali gialli Usa rimangono sostenuti dai ritardi nella semina in Illinois, Indiana e Iowa, secondo Michael Zuzolo di Global Commodity Analytics and Consulting. L’analista vede come fattore positivo per i prezzi anche la potenziale perdita di superficie coltivata a mais “a causa delle condizioni troppo umide, in particolare a est del Mississippi, che favoriranno la soia”.