• 4 Maggio 2025 13:49

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I posti nel mondo dove la benzina costa meno

Apr 20, 2025

La benzina è un indicatore economico instabile che in varie parti del mondo porta prezzi alla pompa estremamente diversi. Può essere capitato a chiunque di spostarsi  e rimanere stupiti del costo al litro, spesso più concorrenziale dell’Italia. Questo dipende da elementi come la produzione interna di petrolio, gli accordi tra Stati sull’importazione e, ovviamente, le accise. Tre fattori che posizionano l’Italia tra i più cari Paesi del mondo in quanto a prezzo al distributore, precisamente in 12° posizione. Al contrario, ci sono nazioni dove il carburante costa una frazione di quanto paghiamo in Italia. Alcuni possono contare su prezzi bassi grazie a sussidi statali molto generosi, altri su grandi riserve petrolifere interne, altri ancora usano il basso costo del carburante come leva per mantenere stabile il consenso interno.

Venezuela

Il Venezuela ha i prezzi della benzina più bassi al mondo, una realtà che si riflette nell’incredibile cifra di pochi centesimi di dollaro al litro. Alla base di questo prezzo ci sono le grandi riserve di petrolio del Paese, uno dei principali produttori di greggio globali, combinate a sussidi governativi. Nonostante ciò, la crisi economica e politica che ha colpito il Venezuela negli ultimi anni ha reso difficile l’accesso al carburante per la popolazione. Il sistema di distribuzione di carburante è stato gravemente compromesso, portando a lunghe file e a razionamenti che riducono l’accesso effettivo alla benzina a prezzi irrisori.

Libia

La Libia è un altro paese che beneficia di prezzi estremamente bassi per la benzina grazie alla sua produzione abbondante di petrolio. Con riserve petrolifere stimate tra le più grandi del continente africano, il paese è in grado di offrire carburante a costi molto inferiori rispetto alla media internazionale. I sussidi governativi giocano un ruolo fondamentale in questa situazione, rendendo la benzina praticamente gratuita per i cittadini.

Iran

L’Iran, uno dei principali membri dell’OPEC (Organization of the Petroleum Exporting Countries), ha prezzi della benzina che gli permettono di collocarsi al terzo posto di questa classifica globale. Nonostante le sanzioni internazionali che ne limitano l’accesso ai mercati, l’Iran continua a produrre e a consumare petrolio in abbondanza. Il governo iraniano mantiene prezzi competitivi grazie ai massicci sussidi governativi, che permettono alla benzina di essere venduta a un prezzo estremamente basso. Tuttavia, la situazione non è priva di difficoltà. Le sanzioni e il contrabbando di carburante, che alimenta il mercato nero, complicano l’accesso legale al carburante a prezzi controllati.

Arabia Saudita

In quanto Paese con le riserve di petrolio più grandi al mondo, l’Arabia Saudita offre benzina a prezzi tra i più bassi. Grazie alla produzione domestica di petrolio a basso costo, il governo saudita è in grado di mantenere sussidi che riducono significativamente il prezzo alla pompa. L’Arabia Saudita basa la propria potenza economica proprio sul petrolio, nonostante recentemente abbia intrapreso un processo di diversificazione e investimenti sul territorio.

Kuwait

Un altro esempio di potenza economica fondata sul petrolio e, più in generale, sulle risorse del territorio. La ristretta popolazione del Kuwait può vantare un prezzo della benzina estremamente basso grazie ad abbondanti riserve e politiche di sussidio. Tuttavia, il Paese sta cercando di diversificare la sua economia, introducendo gradualmente riforme fiscali e politiche ecosostenibili (tra cui XZERO) per ridurre la dipendenza dalle risorse naturali.

Nigeria

La Nigeria è uno dei maggiori produttori di petrolio in Africa e si posiziona al settimo posto della classifica mondiale per prezzo alla pompa. I sussidi governativi sono un fattore cruciale nel mantenimento di prezzi bassi, ma la situazione è complicata dalla corruzione e dal mercato nero. Nonostante le difficoltà interne, la Nigeria resta uno dei Paesi con i prezzi del carburante più vantaggiosi, sebbene il costo reale per il cittadino possa variare notevolmente in base alla disponibilità e all’accesso al carburante.

Algeria

L’Algeria vanta una grande vastità di giacimenti petroliferi, oltre che di gas naturale. Questo ha permesso alle politiche di sussidio di posizionarsi come un pilastro dell’economia algerina, ma negli ultimi anni il governo sta cercando di ridurre le sovvenzioni in modo graduale per fare spazio a riforme fiscali e sociali. Nonostante queste sfide, l’Algeria resta uno dei Paesi più favorevoli in termini di prezzi per il carburante, grazie alla sua produzione interna.

Ecuador

Al nono posto di questa classifica troviamo l’Ecuador, che vanta una gestione efficiente delle risorse petrolifere. Il Paese nel corso degli anni passati ha affrontato diverse difficoltà economiche, ma continua a beneficiare della produzione di petrolio, che rimane un elemento chiave per l’economia. Negli ultimi anni, l’Ecuador ha cercato di incrementare gli investimenti in altri settori economici, ma il petrolio continua a giocare un ruolo fondamentale nel mantenere bassi i prezzi del carburante.

Italia: prezzi elevati e cause

In Italia, i prezzi della benzina sono notoriamente alti rispetto alla media europea e ai vertici rispetto alla media mondiale. Una delle principali cause di questa situazione è la pesante tassazione sui carburanti. Le accise, argomento periodicamente trattato durante le campagne elettorali, rappresentano il 38% del costo totale, che sommate all’IVA aggiungono un rincaro del 56%. Con una produzione in grado di coprire appena il 7% della richiesta interna, deve il costo alla pompa anche alle fluttuazioni di mercato, alle logiche geopolitiche e ai trattati con i Paesi esportatori. Il tutto porta i prezzi tra i più alti in Europa.

Paesi con i prezzi più alti

Se la lista di Paesi con la benzina più economica è ampia, le nazioni con i prezzi più alti sono appena 11. Tra questi i peggiori sono Hong Kong, Islanda e Danimarca, dove le politiche fiscali e ambientali giocano un ruolo decisivo. In Danimarca e più in generale nei Paesi scandinavi, il governo ha deciso di applicare elevate imposte sui carburanti, in contrapposizione a riforme che incentivino la mobilità sostenibile portando la percentuale di parco auto elettrico ai vertici europei. In Islanda, alle politiche green si aggiunge la posizione geografica e la forte dipendenza dall’importazione. Al primo posto troviamo Hong Kong, dove la densità abitativa e la qualità dell’aria ha spinto il Paese a sottoporre una forte tassazione sui mezzi privati per favorire il trasporto pubblico.

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