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I piloti si addormentano, ma non è una novità: l’aereo rimane il mezzo di trasporto più sicuro

Ago 22, 2022

L’ultimo caso è quello della Ethiopian Airlines. Il 15 agosto il volo numero ET343 partito dalla capitale del Sudan non è atterrato come previsto nella capitale dell’Etiopia. Il motivo? Entrambi i piloti stavano dormendo. Superata la rotta assegnata e la pista di destinazione, le autorità etiopi hanno provato più volte a contattarli, ma senza successo. Fino a quando è stato attivato un allarme di disconnessione del pilota automatico che ha risvegliato l’equipaggio in cabina. Il boeing 737 lungo 40 metri e con 154 posti è quindi potuto atterrare in sicurezza, seppur in ritardo. La compagnia ha poi immediatamente sospeso dal servizio i due piloti.

  

“L’affaticamento del pilota non è una novità e continua a rappresentare una delle minacce più significative alla sicurezza aerea a livello internazionale”, scrive su Twitter l’analista Alex Macheras che definisce l’episodio avvenuto sul volo tra Khartoum e Addis Abeba “profondamente preoccupante”.

    

  

Il precedente italiano risale alla notte del 30 aprile scorso. L’Airbus 330, della compagnia di bandiera italiana, era decollato da New York e si stava dirigendo a Roma. Mentre sorvolava i cieli della Francia, nessuno ha risposto alle ripetute chiamate radio delle torri di controllo transalpine. Zero segnali per 72 minuti. Le autorità francesi sono state costrette ad allertare i caccia, temendo un possibile attentato. Dopo oltre un’ora arriva finalmente una risposta dalla cabina di pilotaggio e l’aereo attera poco dopo regolarmente a Fiumicino. Il comandante è stato licenziato. 

 

“Non ci risultano altri casi del genere, ma abbiamo comunque chiesto a Ita di rafforzare la sicurezza e la formazione”, spiega a Il Foglio Pierluigi Di Palma, presidente dell’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (Enac). “Nel caso italiano – precisa Di Palma – non è stata rispettata la procedura, che funziona ed esiste da tempo. Sui voli di lungo raggio (come New York – Roma, ndr) è consentito ai piloti di riposare, ma solamente uno per volta, non tutti insieme. E soprattutto, è previsto che gli assistenti di volo controllino la cabina ogni 20 minuti, ma evidentemente ciò non è avvenuto”. Il presidente dell’Enac prova a dare spiegazione: “Gli steward e le hostess non devono avere un timore reverenziale nei confronti dei piloti“. 

   

Secondo un recente sondaggio della British Airline Pilots’ Association (BALPA), il 43 per cento dei piloti afferma di essersi addormentato involontariamente e il 31 per cento ha scoperto solo dopo essersi svegliato che anche il collega era caduto in un sonno profondo. “Questi dati però non corrispondono all’Italia, non abbiamo segnalazioni a riguardo”, precisa Di Palma che aggiunge: “Il napping (pisolino dei piloti in volo, ndr) non è un problema e la fatigue (carico di lavoro dei piloti, ndr) non è un fenomeno preoccupante, al momento”. 

  

“Episodi di piloti che si addormentano involontariamente sono estremamente rari”, confida al Foglio un comandante della WizzAir. “In questo periodo di ripresa post-Covid – prosegue il pilota – le compagnie sono sotto organico e quindi emergono più casi del solito. Ma non è un fenomeno preoccupante perche non sarà duraturo. Da tempo ormai gli standard di sicurezza sono altissimi: è la nostra priorità numero uno”. Inoltre, secondo alcuni esperti del settore consultati dal Foglio, le procedure di volo sono ormai completamente automatizzate. Quasi tutta l’attività viene gestita da remoto, a terra. Le rotte sono già preimpostate e la sicurezza è massima. C’è chi avanza l’ipotesi che in futuro si potrà fare a meno dei piloti (come sta già avvenendo sui droni), che per alcuni non rappresenta altro che un “tranquillante psicologico”.

 

 

Il presidente Di Palma rassicura: “i passeggeri possono stare tranquilli, l’aereo rimane il mezzo di trasporto più sicuro in assoluto. Gli incidenti sono pochissimi, ma hanno un impatto mediatico inversamente proporzionale”. In effetti i dati sembrano dargli ragione. 

   

  

Secondo l’ultimo rapporto dell’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile (Icao) pubblicato dalle Nazioni Unite, l’anno scorso è stato l’anno più sicuro nei cieli e il secondo con il minor numero di vittime dal 1942. Le statistiche sono chiare: un incidente mortale ogni 5,3 milioni di voli. Lo 0,00000019 per cento.

 

 

Questa estate è stata sicuramente caratterizzata da un disastro organizzativo in molti aeroporti italiani. Chi ha frequentato uno scalo negli ultimi mesi lo sa bene. Su queste pagine abbiamo raccontato come tra tagli, ritardi e cancellazioni sia diventato un incubo prendere un aereo (anche per i ministri russi). Ma una volta superate le varie peripezie aeroportuali e raggiunto il vostro posto a bordo, potrete strare tranquilli. Un mezzo più sicuro del vostro non esiste. Per il momento.

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