AGI – Mi addormento, sogno e al risveglio quello che ho sognato può diventare un videogioco. All’istante e gratis, senza dipendere dalle grandi case produttrici. E questo non è un sogno, ma un futuro prossimo venturo. Più di quanto si può immaginare. Paradiso per i consumati gamer, incubo per chi di videogiochi vive: aziende, programmatori, creator. C’è tutto un mondo che si sta preparando ad affrontare le sfida più complicata che l’industria del settore dovrà affrontare di qui a qualche anno, pochi anni.
I cinquanta leader dell’intrattenimento digitale si sono incontrati questa settimana a Nerja (Malaga) nel forum più influente d’Europa sull’industria dei videogiochi hanno sottolineato che queste aziende potrebbero scomparire come sono conosciute oggi, perché prevedono una trasformazione radicale. L’organizzatore di questo incontro, Iván Fernández-Lobo, ha spiegato che questo settore è immerso in una trasformazione “così radicale” che fa capire che le aziende di videogiochi faranno cose molto diverse da quelle che si vedono oggi già nei prossimi cinque anni.
“Non è che le aziende scompariranno completamente, ma che quando verrà spiegato ciò che sono, la spiegazione sarà molto diversa tra cinque anni, e forse l’unica cosa che rimarrà sarà il marchio. Ci sarà un terremoto molto importante”, ha detto Fernández-Lobo dopo aver partecipato al Games Executive Summit Europe di Nerja.
Un settore già pronto
In un quadro che può sembrare drammatico, per il fondatore di Gamelab una ‘buona notizia’ c’è: nonostante la rapida e accelerata trasformazione che il settore sta per attraversare, gli imprenditori e i creatori ne sono già consapevoli, quindi sono pronti a “cavalcare quello tsunami” e stanno lavorando su queste nuove realtà e cercando di capire quale sarà il posizionamento. Sia a livello di settore che a livello individuale delle loro aziende nei prossimi cinque o dieci anni.
“I videogiochi sono sempre stati la prima industria che ha anticipato ed è stata in grado di rispondere e cercare meccanismi di resilienza a quei cambiamenti drammatici che hanno minacciato queste aziende. Il problema è che ora questo cambiamento che sta arrivando e che stiamo vivendo è più veloce dei precedenti, quindi la sfida è maggiore”, ha detto Fernández-Lobo.
Di fronte a questa situazione di incertezza, prevede che ci sarà una tendenza a responsabilizzare i singoli creatori in modo che possano avere esperienze personalizzate, più veloci ed economiche da produrre.
Questo, secondo Fernández-Lobo, cambierà totalmente il contesto e le esigenze delle aziende di videogiochi come sono intese oggi, in quanto dovranno affrontare sfide in tutti i settori, come quello creativo, sociale, economico o tecnologico, e cambierà anche il modello di produzione, finanziamento e scoperta dei videogiochi.
Trasforma i sogni in giochi all’istante
Alla domanda su come i giocatori noteranno questa trasformazione, il fondatore di Gamelab ha commentato che probabilmente il cambiamento principale risiede nella possibilità di trasformare i sogni in giochi ed esperienze all’istante. Come ha indicato, ciò avverrà con il miglioramento della capacità di creare individualmente esperienze completamente adattate agli interessi e alle preferenze di ciascun giocatore. “Le piattaforme ci stanno già lavorando. Fornite o Minecraft non sono più giochi in sé, ma sono piattaforme che sono punti di incontro e ci permettono di creare ed esprimerci in modo creativo. Ci sfidano oltre a vincere una partita”, ha spiegato.
Così, con questo cambiamento, alcune strutture produttive non saranno “così importanti” come sono ora necessarie, quindi le aziende saranno profondamente trasformate.
Il treno dell’intelligenza artificiale
Uno dei temi principali su cui gli esperti hanno riflettuto al forum è stata l’Intelligenza Artificiale, una tecnologia che ha fatto irruzione sulla scena “con grande forza” e ha reso obsolete le altre preoccupazioni del settore. In questo senso, Fernández-Lobo ha affermato che tra i creatori digitali c’è una certa preoccupazione su questioni come l’etica e la regolamentazione dell’IA, poiché l’Europa potrebbe “perdere il treno” se non regolamenta adeguatamente le normative.
“Siamo preoccupati per lo sviluppo delle normative sull’IA, per il fatto che possa aumentare o diminuire la nostra competitività rispetto ad altri territori che hanno normative più permissive, che non le hanno affatto o che hanno una capacità più verticale di prendere decisioni e utilizzare dati che non possiamo utilizzare per regolamentazione”, si è concluso nel documento finale.