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I nuovi italiani invadono i media: cresce del 30 % la presenza degli immigrati sui giornali

Dic 17, 2019

ROMA. Invadono giornali, news online, tg di prima serata. Su di loro i riflettori non si spengono mai. Sono i nuovi italiani: i cinque milioni di immigrati, che vivono e lavorano nel nostro Paese. Assediano la carta stampata: la loro presenza è cresciuta in un anno del 30%. Presidiano i tg nazionali: sbarchi, naufragi, reati. Eppure cala la paura nel Paese: sono sempre meno gli italiani per cui l’immigrazione è una minaccia. Insomma la rappresentazione pare incidere sempre meno sulla percezione.

L’invasione sui media. A fotografare l’immagine dei migranti sui media è “Notizie senza approdo”, settimo rapporto annuale curato dall’Associazione Carta di Roma insieme all’Osservatorio di Pavia e Demos&Pi: un’analisi aggiornata a fine ottobre 2019 di sei quotidiani (Avvenire, Stampa, Giornale, Repubblica, Corriere, Fatto quotidiano) e sette tg di prima serata (i sei di Rai e Mediaset, più il tgLa7). I risultati: nel 2019 lievitano le notizia dedicate all’immigrazione sulle prime pagine dei quotidiani (ben il 30% in più rispetto all’anno precedente), mentre restano un tema forte, ma costante, nei telegiornali di prima serata (dove occupano l’11% del totale delle news). Con un record: quello del primo semestre 2019, che segna il numero più alto di servizi tv sui migranti degli ultimi 15 anni, pari solo a quanto registrato nel secondo semestre (pre-elettorale) del 2017.

TG STAMPA
Anno Mese Prime time, TG1, TG2, TG3, TG4, TG5, Studio Aperto, TGLa7 Repubblica, Corriere, La Stampa, Il Giornale, Avvenire, L’Unità (fino al giugno 2017) e Il Fatto Quotidiano (dal 1° gennaio 2019)
2015 Gennaio 158 93
Febbraio 158 46
Marzo 135 33
Aprile 490 120
Maggio 461 123
Giugno 606 223
Luglio 158 93
Agosto 551 219
Settembre 694 305
Ottobre 218 81
Novembre 175 93
Dicembre 193 78
2016 Gennaio 421 209
Febbraio 265 130
Marzo 280 141
Aprile 356 167
Maggio 368 165
Giugno 165 117
Luglio 193 103
Agosto 338 133
Settembre 248 106
Ottobre 320 118
Novembre 171 44
Dicembre 180 65
2017 Gennaio 316 36
Febbraio 254 77
Marzo 243 69
Aprile 321 68
Maggio 326 107
Giugno 259 66
Luglio 623 124
Agosto 659 157
Settembre 423 169
Ottobre 289 133
Novembre 296 59
Dicembre 259 38
2018 Gennaio 280 40
Febbraio 480 59
Marzo 228 63
Aprile 208 51
Maggio 142 60
Giugno 875 155
Luglio 608 117
Agosto 567 112
Settembre 304 80
Ottobre 366 97
Novembre 251 57
Dicembre 204 80
2019 Gennaio 668 228
Febbraio 302 113
Marzo 369 136
Aprile 328 95
Maggio 398 70
Giugno 442 99
Luglio 446 159
Agosto 389 130
Settembre 354 135
Ottobre 306 92

Più sbarchi, meno accoglienza. Ma di cosa parlano giornali e tg quando parlano di migranti? Più della metà (51%) dei titoli di quotidiani (e il 48% dei servizi dei tg) è dedicata al racconto dei flussi migratori, ossia sbarchi e soccorsi in mare, a partire dalle polemiche attorno alla chiusura dei porti e al caso della nave della ong tedesca Sea Watch, bloccata per giorni nel Mediterraneo con 49 migranti a bordo. Crolla invece il tema dell’accoglienza (occupa solo il 9% dei titoli in prima pagina e l’8% delle notizie in tv). E ancora: quest’anno cala la febbre della perenne emergenza. Le notizie di prima pagina con un tono allarmistico rappresentano infatti il 18% del totale, sei punti in meno del 2018. Il valore più basso degli ultimi 5 anni. Fa eccezione “il Giornale” con il 49% degli articoli classificati come allarmistici.

rep

Salvini “voce narrante”. Non è tutto. Nel 2019, trova conferma una tendenza già emersa nel 2018, ossia la centralità della politica, soprattutto in tv: in oltre 1 servizio di tg su 3 è infatti presente la voce di esponenti politici e istituzionali che «descrive l’immigrazione come luogo di conflitto». In testa a tutti, il leader della Lega: «La voce narrante della cosiddetta “emergenza migratoria” nei telegiornali – si legge nel rapporto – è stata quella di Matteo Salvini: in certe reti quasi un terzo delle interviste sul tema delle migrazioni è a lui». Al contrario, loro, i migranti, restano muti: il dato complessivo del 2019 vede la loro presenza in voce solo nel 7% dei casi.

Cala la paura. Tutto questo quanto incide sull’opinione di lettori e telespettatori? Meno di quanto si creda: il 2019 infatti segna un calo di dieci punti dell’insicurezza percepita nei confronti degli “stranieri”. Una percezione che torna ai livelli del biennio 2013-2014. «Si tratta di una novità – spiega il politologo Ilvo Diamanti nella introduzione al rapporto – perché i due orientamenti, percezione e rappresentazione, si sono “inseguiti” a lungo. Indifferenti all’andamento della realtà». Oggi invece si assiste a «un senso di assuefazione di fronte a messaggi proposti e reiterati a lungo. Alla fine, questa ridondanza “normalizza” eventi e processi che, proprio perché ripetuti e amplificati, smettono di spaventare. Mentre diventano un ritornello quotidiano, entrano nella quotidianità. Per citare un riferimento noto e nobile, Hannah Arendt, vengono banalizzati».

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