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I Millennials: «Inserire nel bonus cultura anche i giornali online»

Dic 27, 2019

la richiesta

L’associazione guidata da Arianna Furi chiede che l’incentivo diventi stabile e che l’importo sia utilizzabile anche per gli abbonamenti ai siti di news

di Francesca Milano

27 dicembre 2019


Tagliato il bonus cultura per i 18enni: 300 euro

2′ di lettura

La brutta sorpresa è arrivata con la bozza della Manovra 2020: il finanziament0 per il bonus cultura dei 18enni è stato ridotto a 80 milioni di euro. Significa, in pratica, che ogni ragazza e ogni ragazzo che compirà 18 anni nel 2020 riceverà un bonus di 300 euro, contro i 500 concessi fino allo scorso anno.

Non è tanto la riduzione dell’importo a preoccupare i giovani, quanto il fatto di dover sperare ogni anno che il Governo non lo cancelli del tutto. «Siamo stanchi di dover lottare ogni anno per riconfermare questo provvedimento, è arrivato il momento di renderlo stabile – chiede Arianna Furi, leader dei Millennials recentemente passata dalla direzione nazionale del Pd a Italia Viva -. In questo modo sarebbe più semplice sperimentare, capire qual è il budget più giusto, quali sono i prodotti culturali più adatti da promuovere e quelli più o meno apprezzati dai ragazzi».

Ed ecco la seconda richiesta dei Millennials di area renziana: «È arrivato il momento di rendere il bonus Cultura una misura stabile e di ampliare la gamma di prodotti acquistabili, aggiornandoli e rendendoli attuali. La nostra prima proposta è quella di includere anche gli abbonamenti ai giornali online».

Tra i prodotti acquistabili con il bonus ci sono libri, musica, musei, cinema, concerti, formazione, teatro, danza, eventi culturali, ma è esclusa l’informazione. «Il Bonus andrebbe rivisto e ampliato – spiega Furi -. Dovremmo trattare una grande questione generazionale di cui troppo poco si parla: i giovani leggono i giornali? Quali mezzi vengono forniti alle nuove generazioni per potersi informare, per poter approfondire le tematiche di attualità? Declassiamo la mia generazione a bamboccioni nullafacenti, ma viene davvero fatto qualcosa per incentivare la generazione millennials a studiare e informarsi?».

Secondo Arianna Furi «la vera battaglia oggi sta nel far si che un giovane non si informi su Facebook, Instagram o tramite qualche adv che capita sotto gli occhi, ma impari ad usare fonti attendibili, a stimolare la coscienza critica e la capacità di riflessione autonoma».

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