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I mercati faticano a reagire dopo la grande paura, Milano incerta

Feb 25, 2020

MILANO – Ore 10. I mercati provano a reagire dopo il lunedì nero che ha bruciato circa 350 miliardi di capitalizzazione soltanto dalle Borse europee. Per Wall Street si è trattato della peggior seduta dal febbraio 2018, ma sia i future americani che l’apertura degli scambi del Vecchio continente indicano oggi un tentativo di rimbalzo. Piazza Affari parte in progresso dello 0,65%, ma dopo pochi minuti torna in ribasso dello 0,5%, non riuscendo quindi a invertire la rotta dopo il -5,4% di ieri costato 30 miliardi di capitalizzazione sul listino principale. Si fanno ben presto timidi anche i rialzi nel resto d’Europa: Londra sale dello 0,3%, Francoforte dello 0,1% e Parigi recupera lo 0,1 per cento.

A generare la vendita di azioni e l’acquisto a piene mani di beni rifugio quali l’oro, lo yen e i titoli di Stato americani è stato l’emergere del coronavirus lontano dalla Cina, soprattutto in Italia (lunedì Piazza Affari è stata la peggiore d’Europa) e in Corea del Sud. Si è trattato, insomma, di una classica giornata di sell-off, nella quale si concentrano le vendite degli operatori non appena arriva un segnale di possibile inversione di tendenza: questa volta è stata la paralisi delle attività in vaste aree del Nord Italia a dare lo start alle vendite, come dimostrato anche dall’allargarsi dello spread tra Btp e Bund tedeschi. Il differenziale di rendimento, nella giornata inaugurale di importanti aste del Tesoro, è stabile oggi in area 145 punti base.

Oggi gli investitori sembrano prendere atto del rallentamento dell’insorgere di nuovi casi in Cina, là dove tutto è partito, e del procedere di alcuni trial medici su farmaci che potrebbero dare un apporto alla cura della malattia. “Non siamo in preda al panico”, ha spiegato Sam Le Cornu, capo di Stonehorn Global Partners, alla televisione di Bloomberg. “Il virus passerà e ci saranno anche possibilità di rialzi grazie alle politiche monetarie. Si tratta di un fatto temporaneo, è nella natura delle cose”.

La Borsa di Tokyo ha chiuso questa mattina in forte calo, perdendo il 3,34%. Si tratta però di un movimento dettato dalla chiusura di lunedì: gli investitori hanno, di fatto, “recuperato” le vendite che non erano scattate alla vigilia, insieme a quelle di tutto il resto del mondo. Sul mercato dei cambi lo yen si è andato rafforzandosi a un livello di 110,80 sul dollaro, e a 120,20 sull’euro. La Borsa di Seul si è invece mossa in recupero di oltre un punto percentuale, variazione di frazionale rialzo per Hong Kong (+0,13%). Contrastate le chiusure in Cina: Shanghai ha perso lo 0,60% e Shenzhen ha recuperato lo 0,51%. A Wall Street, ieri il Dow Jones ha subito la peggior sessione degli ultimi due anni con un calo del 3,56%, il Nasdaq è sceso del 3,71% e l’S&P 500 del 3,35 per cento.

L’euro apre debole. La moneta unica passa di mano a 1,0851 dollari. Va giù a 120,08 l’euro/yen e cala anche il dollaro/yen a 110,67.

Dal fronte macroeconomico, la rilevazione principale di giornata è arrivata dalla Germania dove il Pil del quarto trimestre del 2019 è rimasto fermo su base congiunturale ed è salito dello 0,4% su base tendenziale. Oggi sono stati diffusi i dati definitivi che confermano le stime già diffuse in precedenza. Stabile la fiducia delle imprese francesi a febbraio: l’indicatore è risultato fermo a quota 102 punti, lo stesso livello di gennaio.

Anche il petrolio avvia un recupero: il Wti è a 51,98 dollari (+1,07%) e il Brent sale dell’1% a 56,33 dollari. Ieri era arrivato a perdere oltre il 5%. Ritraccia invece l’oro dopo la corsa della vigilia: il prezzo del metallo giallo perde infatti l’1%, attestandosi a 1642,3 dollari all’oncia.

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