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I medici del Pio Albergo Trivulzio denunciano un “clima di terrore”

Apr 15, 2023

AGI –  Il Pio Albergo Trivulzio, storica istituzione milanese di aiuto ai deboli, vive momenti di grandi tensioni. “Più del 50% dei dipendenti ha ricevuto un procedimento disciplinare a partire dal 2019 quando si è insediata l’attuale dirigenza – spiega Stefano Magnone, segretario regionale di Anaao-Assomed, il ‘sindacato’ dei medici -. La maggior parte di questi procedimenti si è chiusa con un’archiviazione, in alcuni casi sono state inflitte sanzioni di estrema gravità da lasciarci sconcertati”- “C’è un clima di polizia – dice all’AGI un medico in servizio al Pat che vuole mantenere l’anonimato -. Sono successe cose assurde come la sospensione per sei mesi di una primaria accusata in merito alla gestione di un focolaio di scabbia sulla cui diffusione  non aveva responsabilità. Ora è in ferie forzate. Il sospetto è che l’abbiamo voluta ‘processare’ perché in quel momento non la volevano in servizio per logiche legate a dei concorsi”.

La fonte racconta che “in altri casi alcuni colleghi hanno subito procedimenti disciplinari per una parola di troppo o per danni a dei macchinari che loro stessi avevano segnalato in procedenza. Un medico è stato segnalato sette-otto volte e non per ragioni reali. Quasi tutti sono stati archiviati ma lavorare in questo clima di terrore è molto difficile”. I numeri sembrano confermare che il Pat non stia vivendo un momento felice: “Dal 2019 a oggi ho contato 30 medici ‘processati’, tra cui molti esponenti sindacali. Nel 2014 i medici erano in totale 63, oggi una quarantina. Le persone arrivano e se ne vanno via subito quando si accorgono del clima anomalo”.

 “Abbiamo chiesto un incontro con la direzione anche sui cambiamenti che potrebbero esserci per il Pat – afferma Magnone – ma c’è stato risposto che non c’è nulla di cui parlare. I colleghi lamentano una gestione verticistica che ha svilito, umiliato le diverse professionalità del Pat. Di fatto vengono convocati solo per impartirgli ordini, spesso contraddittori e improvvisati, relativi all’organizzazione del lavoro. Alcuni sono stati spostati negli ultimi anni per sei volte di reparto generando enormi difficoltà nel ricostruire le équipe di lavoro e con ricadute sulla qualità di assistenza medica ai pazienti”.

Il rappresentante sindacale denuncia anche che “per gli ospiti delle Rsa sono state disposte restrizioni aggiuntive rispetto a quelle del Ministero per la pandemia, che sono state di recente severamente stigmatizzate dal CPT, organo antitortura che ha visitato la struttura nel marzo del 2022”.                
 
 

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