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I manager: “Rinnovabili più economiche di gas e carbone nel 2020”

Feb 1, 2018

MILANO – Rinnovabili meno care di gas e carbone? Finora a sostenerlo sono state le associazioni ambientaliste e alcuni “think tank” in cui il dibattito sulla transizione energetica è in corso ormai da qualche stagione. Ma non è più soltanto così: la tesi secondo cui i costi per realizzare i nuovi impianti rinnovabili (eolici e solari) per la produzione di elettricità sono più vantaggiosi rispetto ai nuovi impianti a gas e a carbone (ma anche nucleare), ora è abbracciata anche dagli operatori. In pratica, anche i manager che operano nel settore dell’energia sono convinti che il piano inclinato porti nella direzione della green economy. E che le rinnovabili siano meno care anche senza sussidi e incentivi governativi.

L’ultimo in ordine di tempo a prendere posizione è stato Jim Robo, amministratore delegato di NextEra Energy, uno dei colossi statunitensi, presente con le sue centrali in 27 stati e anche in Canada, con oltre 14mila dipendenti. L’utility americana produce energia sia con fonti verdi , sia con impianti che sfruttano i combustibili fossili. Per cui non può essere accusato di essere in conflitto di interesse. Lo ha segnalato il sito Vox.com, uno dei più seguiti tra quelli che si stanno affermando per lo stile di giornalismo “interpretativo”, perché non si limita a raccontare i fatti ma li spiega e li contestualizza. Jim Robo, nel presentare i dati trimestrali, ha fissato al 2020 la data entro cui tutti i nuovi impianti rinnovabili saranno più vantaggiosi. Questo grazie al crollo dei costi dei pannelli, nonché una maggior efficienza dei rotori e delle pale eoliche. Non solo: le energie rinnovabili saranno più vantaggiose soprattutto se connesse a batterie dove accumulare l’energia prodotta, da consumare quando cala il sole o in assenza di vento.

Attenzione: continueranno ad essere utilizzate le centrali a carbone, a gas e nucleari. Ma anche questo ha una spiegazione: gli impianti sono ormai stati ammortizzati e a meno che intervenga una legislazione che punisca “economicamente” le emissioni, a partire dal carbone, fino a quando non andranno in pensione manterranno una loro reddittività. Diverso, invece, dire come ha fatto Robo che nessuno troverà più vantaggioso costruire “nuovi” impianti tradizionali.

Un posizione simile è stata espressa anche da Antonio Cammisecra, amministratore delegato di Enel Green Power, leader in Italia e tra i primi gruppi al mondo nel settore, in un suo intervento su Affari&Finanza. E proprio in Italia si può trovare la dimostrazione concreta di come il pareggio di costi tra energie sia già una realtà: il gruppo inglese Octopus dopo aver inaugurato un impianto fotovoltaico da 64 megawatt a Montalto di Castro, alle porte di Roma, in perfetta “grid parity” sul finire dell’anno scorso, ha appena annunciato di averne in cantiere altri 110, altrettanto vantaggiosi. Forse, il 2020 è ancora più vicino di quanto si pensi.

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