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«I live in Vaccarizzo», il Mit di Boston adotta ricetta per ripopolare il borgo

Mar 29, 2019

Cinquecento abitanti, un intreccio di vicoli e una vecchia filanda. Non passano i bus, hanno chiuso l’ufficio postale e la scuola.In Calabria il borgo di Vaccarizzo di Montalto Uffugo (Cosenza) a rischio di spopolamento. In paese, come spesso accade, ne facevano una questione di politica locale, ma per il Mit di Boston sar un prototipo di rigenerazione sociale, attraverso una grande iniziativa internazionale che coinvolge 35 paesi del mondo, 300 team e altrettante idee di trasformazione sociale. Cos nato I live in Vaccarizzo.

Il prestigioso Istituto di tecnologia del Massachusetts ha selezionato la proposta di ripopolamento delle aree marginali presentata da Brit, start up innovativa impegnata nella rigenerazione di borghi e dimore storiche a rischio di abbandono. Vaccarizzo, fra dieci location italiane, la prescelta, tenendo conto di alcuni indicatori: la valenza storica del territorio, le risorse attrattive, la disponibilit della comunit locale. La sfida quella di contrastarne lo spopolamento, nell’ambito del primo Societal Transformation Lab del Presencing Institute, piattaforma di ricerca per la trasformazione profonda dei sistemi e una una comunit di 5.500 membri. Lo dirige Otto Scharmer, fra i pi innovativi studiosi internazionali di change management, docente del Mit di Boston alla Management Sloan School. La possibilit di un profondo rinnovamento personale, sociale e globale non mai stata pi reale di oggi, sostiene Sharmer. Per il futuro ci richiesto di attingere a un livello pi profondo della nostra umanit.

Le architette Federica Benatti e Michela Rossi e l’imprenditore Renzo Provedel, del team di Brit, hanno in mente di attivare nel borgo calabrese processi di cambiamento attraverso la pratica della progettazione partecipata e il coinvolgimento della comunit nelle soluzioni dei problemi. Si ispirano alla Teoria U di Scharmer, un processo che partendo dall’individuo si estenda a gruppi, aziende, alla politica e all’economia.

Fra i professionisti coinvolti da Brit, c’ Roberta Caruso, imprenditrice fondatrice a Montalto Uffugo del coliving Home for Creativity: stata lei a sostenere la candidatura di Vaccarizzo. Questo borgo custodisce tradizioni e antichi mestieri – spiega -. La bachicoltura e la lavorazione della seta, l’intaglio del legno, i prodotti tipici dell’agroalimentare, declinati in chiave contemporanea, costituiscono risorse su cui progettare un nuovo modello sociale ed economico, capace di ripopolare le case e rilanciare le attivit.

Qualche giorno fa tutti i team che partecipano alla co-progettazione del laboratorio U.lab-S si sono incontrati in una live session per condividere informazioni ed e-learning sulla piattaforma social Mighty, dedicata dal Mit al progetto. Il prossimo appuntamento servir per attuare la mappatura 4D, primi esperimenti di prototipazione.

La comunit partecipa attivamente. C’era una scuola e non c’ pi, manca un presidio di legalit, spiega l’insegnate Concetta Porchia, presidente dell’Associazione per la riscoperta delle tradizioni. Anche il filosofo del paese, Franco Giannuzzi, custode delle tradizioni, resiste: Noi non ce ne andiamo, collaboriamo al progetto per far rinascere il nostro borgo.

Qui non rinuncio a niente, Vaccarizzo un paese vecchio stampo ma pieno di umanit, spiega Letizia Chimenti, erede con il marito della filanda di famiglia che ai tempi d’oro produceva e commerciava seta. I suoi suoceri praticavano anche l’apicoltura e fornivano il miele ad Ambrosoli.

Tutti sono uniti nella condivisione dello stesso sogno: ripopolare Vaccarizzo. Anche nel nome dell’innovazione. Roberto Caruso, chef ingegnere, punta al mondo del nomadismo digitale. Che in parte coinvolto gi nel progetto: fra i partner c’ proprio il network di Nomadi Digitali. E con loro designer, architetti olistici, consulenti per il crowfunding, editori.

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