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I dati cinesi e la prospettiva di accordo commerciale sostengono i mercati

Dic 16, 2019

MILANO – Ore 10:45. Le notizie provenienti dalla Cina supportano l’ottimismo al riavvio dei mercati finanziari. Nel corso del fine settimana Washington e Pechino hanno lanciato segnali distensivi sul fronte dei dazi, evitando che scattassero gli incrementi tariffari automatici programmati per il 15 dicembre.

Ma, fatto questo passo preliminare, il percorso verso un accordo definitivo potrebbe essere ancora lungo e gli addetti ai lavori invitano alla cautela: “Ne vedremo ancora nei prossimi mesi” prima di capire se le due prime economie mondiali “saranno in grado di finalizzare l’accordo in prima fase”, ha spiegato Ephie Coumanakos di Concord Financial alla televisione di Bloomberg in riferimento alle incognite che ancora restano sugli acquisti agricoli che Pechino dovrebbe garantire.

I listini in Asia hanno trattato misti, mentre quelli in Europa sono positivi con i future su Wall Street. A Milano, Piazza Affari segna un rialzo dello 0,6%: bene Amplifon e la Juventus che ha ripreso l’Inter in cima alla classifica di Serie A. Londra si rafforza a +1,75%, Parigi aggiunge lo 0,4% e Francoforte lo 0,5 per cento.

Lo spread tra Btp e Bund tedeschi riparte da area 155 punti base, ma è soprattutto sul comparto bancario di Piazza Affari che si concentrano le attenzioni all’indomani del decreto per il salvataggio della Pop Bari. L’indice degli istituti di credito del listino milanese è positivo in linea col mercato.

La Borsa di Tokyo questa mattina ha chiuso la prima seduta della settimana in lieve ribasso, con gli investitori che fanno scattare le prese di profitto dopo il consistente rialzo dello scorso venerdì, e in attesa di maggiore chiarezza sul commercio. L’indice Nikkei ha ceduto lo 0,29% a quota 23.952,35, con una perdita di 70 punti. Sul fronte dei cambi lo yen si è mantenuto stabile sul dollaro a un livello di 109,30, e con la moneta unica a 121,70. Bene invece Shanghai e Shenzhen che hanno festeggiato la tregua con gli Usa e guadagnato rispettivamente lo 0,56 e l’1,56 per cento. Wall Street è reduce da un venerdì positivo che ha portato S&P500 e Nasdsaq a nuovi record.

L’euro apre in rialzo sopra quota 1,11 dollari. La moneta europea passa di mano a 1,1141 dollari e 121,87 yen. Dollaro/yen sale a 109,38. Continua il rafforzamento della sterlina dopo le elezioni britanniche su euro e dollaro rispettivamente a 1,20 e 1,34. “I mercati azionari, nonche? la sterlina, hanno reagito piu? che positivamente rispetto agli sviluppi di questa settimana, ma attenzione a cadere nell’eccessiva euforia. Oltre al fatto che la Cina non abbia ancora dato conferma sulla fase uno, si ricordi che Trump e? imprevedibile e ora ha un nuovo potenziale alleato con cui stringere accordi, che e? Boris Johnson stesso”, mette in guardia Giacomo Calef della società di asset management Notz Stucki in una nota mattutina.

A favore della propensione al rischio hanno giocato alcune indicazioni macro provenienti sempre da Est: le vendite al dettaglio cinesi (+8% a novembre) e la produzione industriale (+6,2%) hanno battuto le attese. Nell’Eurozona arrivano segnali deludenti, invece, dagli indici Pmi: il manifatturiero dell’area cala a 45,9 punti a dicembre, ben sotto la soglia di 50 che separa l’espansione dalla contrazione economica. Male anche la Germania che peggiora a 43,4 punti. Bankitalia aggiorna il dato sul debito pubblico, che torna a crescere a ottobre, mentre il governo è impegnato nel rush finale per l’approvazione – con fiducia al Senato – della Manovra.

Tra le materie prime, avvio di settimana in calo per le quotazioni del petrolio dopo l’exploit dei giorni scorsi, in attesa di sviluppi concreti sull’accordo tra Usa e Cina sui dazi. I contratti sul greggio Wti con scadenza a gennaio cedono lo 0,4% a 59,86 dollari al barile. Il Brent perde lo 0,3% a 65 dollari al barile. Quotazioni dell’oro poco mosse sui mercati asiatici: il lingotto con consegna immediata cede lo 0,1% e passa di mano a 1.474 dollari l’oncia.

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