AGI – “Anche se quest’anno gli Stati Uniti riguadagneranno il livello pre-crisi, la zona euro non lo farà prima della metà del 2022. Potremmo aver definitivamente perso due anni di crescita“. È l’allarme lanciato da Fabio Panetta, membro del board della Bce, in un’intervista al quotidiano spagnolo ‘El Pais’.
E sottolinea: “C’è un po’ meno incertezza, ma è ancora alta. La distribuzione del vaccino sta accelerando, ma è ancora lenta. E la pandemia sta avanzando rapidamente in alcuni Paesi, influenzando le prospettive di crescita.
L’inflazione rimarrà al di sotto del nostro obiettivo del 2% a medio termine, contrariamente a quanto accade negli Stati Uniti, nel Regno Unito o in Canada. Dobbiamo essere più ambiziosi per aumentare il potenziale di crescita e avvicinare l’inflazione al nostro obiettivo. E dobbiamo dare ai consumatori e agli investitori maggiori garanzie sulle prospettive dell’economia europea”.
Considerare nuovi impulsi fiscali
“In Europa dobbiamo ora attuare lo strumento di recupero dell’Ue in modo che la Commissione possa presto sborsare i fondi. E dovremmo considerare nuovi impulsi fiscali in modo che la domanda torni più rapidamente al suo potenziale”, ha sottolineano Panetta in un altro passaggio dell’intervista.
“Il piano di stimolo statunitense è ambizioso, soprattutto quest’anno – ha osservato – e questo spiega in gran parte perché la sua traiettoria di crescita si sta allontanando da quella europea. Mantenere calda l’economia giova all’occupazione, agli investimenti e alla produttività. E un recupero più rapido aiuta i membri più svantaggiati della società”.
Negli Stati Uniti, ha aggiunto, “l’inflazione ritorna a livelli sani perché la politica monetaria e quella fiscale collaborano fortemente. La previsione di inflazione nella zona euro è insoddisfacente. L’inflazione aumenterà temporaneamente quest’anno, ma per ragioni cicliche svanirà nel 2022. Tuttavia, con un mix di politiche più dinamico anche noi potremmo beneficiare dei miglioramenti dell’economia globale”.
Rischio ripresa disomogenea Paesi Ue
Esiste “un rischio significativo” di una ripresa economica disomogenea tra i Paesi dell’Unione europea. Ha sottolineato Panetta rispondendo a una domanda sui possibili danni alla Spagna o all’Italia da un ritiro anticipato dello stimolo.
“La pandemia ha colpito ogni paese in modo diverso, a seconda della sua esposizione ai settori più colpiti – ha aggiunto – ma c’è stata una risposta europea comune.
Se utilizziamo saggiamente i 750.000 milioni di euro dello strumento di ripresa dell’Ue – Next Generation Eu – l’uscita dalla crisi può essere più omogenea. Questo strumento dovrebbe essere collegato alle riforme necessarie in ogni paese. Se i fondi vengono investiti in settori in crescita pensando al futuro, la ripresa sarà più equilibrata. In caso di successo, questo piano potrebbe essere il prototipo di un futuro strumento fiscale comune“.
Danno a economia maggiore di quanto vediamo ora
“In generale, non sarebbe saggio scommettere su un rapido recupero – ha proseguito Panetta – ci sono rischi che possono impedire la realizzazione dei miglioramenti pianificati. E anche se riusciamo a uscire presto dalla pandemia, ci renderemo conto che il danno all’economia è maggiore di quello che vediamo ora”.
“Nulla impedisce alla zona euro di avere una robusta ripresa – ha concluso – ma per questo l’economia deve essere sostenuta con il livello appropriato di stimolo monetario e fiscale. La prudenza ci dice che è meglio iniettare troppi stimoli che non essere all’altezza”.