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I crolli del comparto tecnologico pesano sui mercati, ma l’Europa recupera con Wall Street

Mar 28, 2018

MILANO – L’improvvisa ondata di vendite che ieri sera ha travolto i titoli tecnologici di Wall Street continua a propagarsi sui listini azionari mondiali, trascinando in ribasso quelli asiatici ed europei. Milano apre in ribasso dello 0,8%, Londra e Francoforte sono allineate a -0,75%, Parigi arretra dello 0,85%.

Come ricorda Bloomberg, per il comparto tech ieri è stata la giornata più difficile dall’inizio di febbraio, quando una violenta correzione aveva coinvolto tutte le Piazze mondiali. Gli investitori si sono preoccupati sia per il caso Facebook, che non accenna ad esaurirsi e anzi potrebbe entrare nel vivo con l’audizione di Mark Zuckerberg davanti al Congresso Usa, sia per il crollo di Nvidia che ha temporaneamente sospeso i test sull’auto a guida autonoma sulla scia dell’incidente mortale che la settimana scorsa ha coinvolto un veicolo di Uber che montava i chip del produttore di microprocessori. Il comparto tecnologico – da Facebook a Twitter – ha così affossato Wall Street che ha chiuso in netto calo, col Dow Jones che ha perso l’1,44% a 23.857,71 punti e il Nasdaq che ha lasciato sul terreno i 2,93% a 7.008,81 punti. In territorio negativo anche l’indice S&P500 che è calato dell’1,73% a 2.612,62 punti. Il social dei cinguettii è stato quello che ha pagato il conto più salato, lasciando sul terreno il 12% abbondante, mentre i colossi Facebook, Google e Microsoft hanno messo insieme perdite tra il 4 e il 5%, Amazon ha limato il 3,7% e Apple il 2,5%. Per il social di Zuckerberg, la perdita di capitalizzazione dallo scandalo Cambridge Analytica vale ormai 80 miliardi. Stamattina Tokyo ha pagato il conto perdendo l’1,34% (scontando anche un massiccio stacco di cedole). In rosso di un punto percentuale circa anche Shanghai.

L’euro apre stabile sotto quota 1,24 dollari. La moneta europea passa di mano a 1,2396 dollari e 130,95 yen. Dollaro/yen a 105,70. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi è stabile a 136 punti base con il rendimento del decennale italiano all’1,9%. Oggi il Tesoro offre in asta Btp a 5 e 10 anni fino a 5 miliardi. Sugli investitori pesano ancora le minacce protezionistiche Usa, con la Cina che – secondo il Global Times – presto risponderà con una propria serie di misure. La tensione geopolitica nel quadrante asiatico è in parte stemperata dalla storica visita (per quanto misteriosa) del leader della Corea del Nord, Kim Jong Un, in Cina.

Meglio delle stime la fiducia dei consumatori in Germania: l’indice Gfk dovrebbe arrivare a 10,9 punti il mese prossimo, rispetto ai 10,8 punti di febbraio e agli 11 di gennaio. Sono attesi ordini e vendite industriali in Italia. In arrivo dagli Usa le richieste settimanali di mutui, la bilancia commerciale di febbraio, il Pil del 4/o trimestre, l’indice delle scorte all’ingrosso e le vendite di case in corso.

Il prezzo del petrolio arretra, in attesa dell’arrivo dei dati sulle scorte settimanali Usa. Sui mercati asiatici i future sul Light crude Wti cedono di 52 cent a 64,73 dollari e quelli sul Brent calano di 46 cent, a 69,65 dollari, dopo aver superato ieri quota 71 dollari al barile.

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