AGI – I sindaci dei Comuni della Val di Sole, la vallata del Trentino dove si è verificata l’aggressione mortale da parte di un orso nei confronti di un uomo, è unita nella linea assunta dalla giunta provinciale, quella di ridurre il numero degli orsi che frequentano le montagne del Trentino. Il presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, durante l’incontro, ha illustrato le prossime misure.
La prima sarà l’ordinanza contenibile e urgente che prevede l’abbattimento dell’orso che ha causato la morte del 26enne runner di Caldes, alla quale seguiranno altre ordinanze per la rimozione dei tre esemplari problematici MJ5, JJ4 e M62.
“Su questa vicenda ho trovato unità del territorio, senso di responsabilità e volontà di affrontare congiuntamente questa tragedia sia sotto le decisioni prese in queste ore che in prospettiva – ha detto Fugatti -. Adesso ci sarà l’ordinanza che riguarda il soggetto che ha causato la morte del giovane e poi le altre rispetto ai soggetti pericolosi che nel tempo le autoritàvstatali o il tribunale amministrativo non ci hanno concesso di poter procedere all’abbattimento. Poi ci sarà il percorso sul far ritornare questo progetto (Life Ursus, ndr) alle proprie origini quindi alla cinquantina di esemplari e non di più: oggi sono il doppio e stanno creando problemi di convivenza uomo-animale che i cittadini conoscono“.
Lo studio di fattibilita’ del ‘Progetto Life Ursus’ per la reintroduzione negli orsi in Trentino tra il 1999 e il 2002, curato dall’Istituto nazionale per la fauna selvatica, aveva accertato l’idoneità ambientale per ospitare, come obiettivo finale, una popolazione vitale di plantigradi tra 40 e 60. L’areale doveva andare ben oltre i confini del Trentino, mentre la maggior parte del centinaio di esemplari attualmente presente in Trentino si sposta all’interno di un’area ampia circa 1.500 chilometri quadrati (pari a un quarto dell’intero territorio provinciale) e fortemente antropizzata.