AGI – L’incremento della frequenza e dell’intensità dei cicloni tropicali potrebbe avere conseguenze devastanti sulle popolazioni di uccelli marini. Questo allarmante risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Communications Earth & Environment, condotto dagli scienziati dell’Università Charles Sturt e del Natural History Museum di Londra.
Il team, guidato da Jennifer Lavers e Alex Bond, ha valutato gli impatti del ciclone Ilsa sull’isola di Bedout, nell’arcipelago australiano. Questo evento, verificatosi nell’aprile 2023, riportano gli studiosi, ha sterminato l’80% degli uccelli marini che nidificavano sull’isola. Con l’aumento della frequenza e dell’intensità di episodi meteorologici estremi a causa del cambiamento climatico, gli scienziati evidenziano l’importanza di comprendere le conseguenze e le possibili azioni per mitigare i rischi di tali eventi. I cicloni tropicali possono avere un impatto drammatico sulla fauna selvatica, alterando direttamente i tassi di mortalità, interrompendo i modelli di nidificazione e riproduzione o influenzando le strategie migratorie.
Nell’ambito del lavoro, il gruppo di ricerca ha esaminato l’impatto del ciclone Ilsa sulla mortalità di tre specie: la Sula leucogaster, o sula fosca, la Fregata ariel, o fregata minore, e la Sula dactylatra bedouti, o sula mascherata. I ricercatori hanno stimato il decesso di almeno 20mila esemplari, pari a circa l’80-90% delle popolazioni delle varie specie. Un tasso di perdita così elevato, sottolineano gli scienziati, potrebbe essere insostenibile se abbinato all’incremento della frequenza dei cicloni.
Questo implica che potrebbero verificarsi conseguenze dirette sull’ecosistema dell’isola, dato che gli uccelli marini svolgono un ruolo centrale nel benessere dei diversi habitat, trasportando i nutrienti attraverso il guano. Gli autori concludono che è necessario investire su un monitoraggio attento e mirato per evitare danni a lungo termine negli ecosistemi delle isole e delle barriere coralline.