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Hotel Rigopiano, si continua a scavare alla ricerca di superstiti

Gen 20, 2017

Si è scavato tutta la notte, alla luce delle cellule fotoelettriche, ma finora nessun segno di vita da quello che fino a due giorni fa era un resort di lusso, un’oasi di pace ai piedi del Gran Sasso. Ieri si è scavato nell’ammasso di neve e detriti che era l’hotel Rigopiano di Farindola, per trovare eventuali superstiti in una corsa contro il tempo. C’è stata una tregua nelle nevicate ma le temperature salite al di sopra degli 0 gradi centigradi hanno provocato un appesantimento della neve rendendo più difficoltose le operazioni. Al momento solo tre corpi sono stati estratti. E resta incerto, ovvero non ufficializzato, il numero di dispersi tra dipendenti e clienti, numero che però sarebbe purtroppo tra i 25 e i 30, forse 34 secondo il sottosegretario regionale con delega alla Protezione civile, Mario Mazzocca.

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E’ stata una valanga devastante, che ha pressoché sepolto gran parte della struttura, facendosi anche strada all’interno dei vari ambienti che la costituivano, e poi spazzato via quello che trovava sulla sua strada, così come aveva già fatto con un fronte ampio di alberi che era a monte dell’albergo. Anzi, quell’ammasso di tronchi è stato il di più che ha portato distruzione e lutti perché l’onda d’urto è stata ancor più forte.

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Un evento-killer innescato probabilmente dalle 4 scosse sismiche di magnitudo tra 5,1 e 5,4 della mattina di mercoledì con epicentro l’area dell’Aquilano ma fortemente avvertite in questo versante della regione abruzzese dove il rischio valanghe era già classificato 4 (su una scala di 5) a causa dei grandi apporti di neve per diversi giorni di seguito.

Una valanga che ha inoltre provocato una sorta di ‘traslazione’ dell’edificio, vale a dire lo ha spostato di una decina di metri in avanti e non è escluso che alcuni dei dispersi siano stati travolti e trascinati fuori dal perimetro dell’edificio. Non a caso le ricerche dei vigili del fuoco con le squadre specializzate in questo tipo di attività ed anche quelle condotte dai componenti del Soccorso alpino e speleologico riguardano anche la zona estera all’hotel, cioè il fronte in pendenza della valanga nevosa.

“Uso un’espressione un po’ impropria: al Rigopiano vi è stata un’implosione verso l’interno – ha spiegato ieri il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio – L’intervento all’hotel Rigopiano è ai limiti del possibile – ha aggiunto evidenziando anche la precaria sicurezza in cui operano i soccorritori – Abbiamo parlato con tutti gli operatori sul territorio e l’idea è supportare chi sta lavorando sul posto. E’ uno scenario critico. I tecnici definiranno cosa fare anche in base a quelle che sono le condizioni: con il giorno c’è un certo livello di sicurezza, mentre la notte quelle condizioni cambiano. Cercheremo di fare il possibile anche la notte”.

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