• 28 Marzo 2024 11:57

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Holly e Benji del calcio georgiano

Set 20, 2022

AGI – Un tempo ad accendere il tifo dei georgiani erano le giocate di Arveladze, Kaladze e Kobiashvili. Oggi, invece, le speranze del popolo caucasico sono riposte in Kvaratskhelia e Mamardashvili, figli del nuovo millennio e principali cause di quella nuova ondata di entusiasmo calcistico che si estende ormai da Batumi a Tbilisi.

L’esterno offensivo del Napoli e il portiere del Valencia, rivelazioni di Serie A e Liga, fanno sognare in grande il piccolo Paese, meno di 4 milioni di abitanti, nato dalle ceneri dell’Urss. “Kvara” è arrivato sotto il Vesuvio con il compito gravoso di far dimenticare il doloroso addio di Insigne, volato in estate in Canada. Nel primo scorcio di stagione, il numero 77 partenopeo ha segnato quattro gol e, tra accelerazioni e dribbling, ha già conquistato lo stadio Maradona.

“Mama”, invece, è forse la nota più lieta della squadra allenata da Gattuso: 6 partite e appena 5 gol subiti, con tanto di parate plastiche e un talento fuori dal comune. Tanto che oggi, per lui, è arrivato il rinnovo di contratto fino al 2027. Blindato dalla società spagnola, insomma, prima che possano arrivare a distrarlo le onnipresenti sirene della Premier league o di altre big europee. “Il Mestalla è la mia casa”, ha ribadito sui social.

E c’è già chi, in Georgia, spreca per loro paradoni scomodi citando “Holly e Benji”. Gol e parate. Un asse su cui costruire il futuro. Del resto, a guardare i numeri, la situazione della nazionale georgiana non e’ certamente rosea.

L’85esimo posto nel ranking Fifa e un curriculum, dal 1992 a oggi, fatto di zero presenze a Europei o Mondiali è un biglietto da visita di cui non andare fieri. Da un anno le redini della squadra sono state affidate a un “vincente”, il francese Willy Sagnol, vice campione del mondo con la Francia, e terzino titolare di quel Bayern Monaco capace di vincere Coppa dei Campioni, Coppa Intercontinentale e cinque edizioni della Bundesliga.

Su Kvara, Sagnol oggi ricorda: “L’ho proposto a tutte le squadre della Ligue1 ma mi hanno risposto che si stancava presto e, in fondo, era georgiano e non brasiliano. Oggi è la copia moderna di Ribery”.

Oltre a Kvaratskhelia e Mamardashvili sono altri i talenti che il tecnico di Saint-Etienne sta provando a far crescere: dal difensore Azarovi (20 anni), appena firmato dalla Stella Rossa, al centrocampista Davitashvili (21 anni), che cerca spazio nel Bordeaux. La lista e’ in continuo aggiornamento.

Nelle ultime qualificazioni mondiali la Georgia è arrivata quarta nel suo girone togliendosi anche la soddisfazione di battere la Svezia di Ibrahimovic e mostrando diversi passi in avanti nell’organizzazione del gioco e nella capacità di fare gol. Progressi confermati pochi mesi fa nell’ultima Nations League dove la nazionale di Sagnol ha vinto il proprio girone (League C) superando Macedonia del Nord, Bulgaria e Gibilterra (3 vittorie e 1 pareggio).

A Tbilisi, insomma, sognano come a Napoli e a Valencia. La domanda, allora, è sempolice: basteranno le giocate dei nuovi campioncini per portare la Georgia più lontano di quanto è mai stato fatto finora? 

AGI – Un tempo ad accendere il tifo dei georgiani erano le giocate di Arveladze, Kaladze e Kobiashvili. Oggi, invece, le speranze del popolo caucasico sono riposte in Kvaratskhelia e Mamardashvili, figli del nuovo millennio e principali cause di quella nuova ondata di entusiasmo calcistico che si estende ormai da Batumi a Tbilisi.
L’esterno offensivo del Napoli e il portiere del Valencia, rivelazioni di Serie A e Liga, fanno sognare in grande il piccolo Paese, meno di 4 milioni di abitanti, nato dalle ceneri dell’Urss. “Kvara” è arrivato sotto il Vesuvio con il compito gravoso di far dimenticare il doloroso addio di Insigne, volato in estate in Canada. Nel primo scorcio di stagione, il numero 77 partenopeo ha segnato quattro gol e, tra accelerazioni e dribbling, ha già conquistato lo stadio Maradona.

 

 

 

 

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“Mama”, invece, è forse la nota più lieta della squadra allenata da Gattuso: 6 partite e appena 5 gol subiti, con tanto di parate plastiche e un talento fuori dal comune. Tanto che oggi, per lui, è arrivato il rinnovo di contratto fino al 2027. Blindato dalla società spagnola, insomma, prima che possano arrivare a distrarlo le onnipresenti sirene della Premier league o di altre big europee. “Il Mestalla è la mia casa”, ha ribadito sui social.

 

 

 

 

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Un post condiviso da Giorgi Mamardashvili (@gmamardashvili25)

E c’è già chi, in Georgia, spreca per loro paradoni scomodi citando “Holly e Benji”. Gol e parate. Un asse su cui costruire il futuro. Del resto, a guardare i numeri, la situazione della nazionale georgiana non e’ certamente rosea.
L’85esimo posto nel ranking Fifa e un curriculum, dal 1992 a oggi, fatto di zero presenze a Europei o Mondiali è un biglietto da visita di cui non andare fieri. Da un anno le redini della squadra sono state affidate a un “vincente”, il francese Willy Sagnol, vice campione del mondo con la Francia, e terzino titolare di quel Bayern Monaco capace di vincere Coppa dei Campioni, Coppa Intercontinentale e cinque edizioni della Bundesliga.
Su Kvara, Sagnol oggi ricorda: “L’ho proposto a tutte le squadre della Ligue1 ma mi hanno risposto che si stancava presto e, in fondo, era georgiano e non brasiliano. Oggi è la copia moderna di Ribery”.
Oltre a Kvaratskhelia e Mamardashvili sono altri i talenti che il tecnico di Saint-Etienne sta provando a far crescere: dal difensore Azarovi (20 anni), appena firmato dalla Stella Rossa, al centrocampista Davitashvili (21 anni), che cerca spazio nel Bordeaux. La lista e’ in continuo aggiornamento.
Nelle ultime qualificazioni mondiali la Georgia è arrivata quarta nel suo girone togliendosi anche la soddisfazione di battere la Svezia di Ibrahimovic e mostrando diversi passi in avanti nell’organizzazione del gioco e nella capacità di fare gol. Progressi confermati pochi mesi fa nell’ultima Nations League dove la nazionale di Sagnol ha vinto il proprio girone (League C) superando Macedonia del Nord, Bulgaria e Gibilterra (3 vittorie e 1 pareggio).
A Tbilisi, insomma, sognano come a Napoli e a Valencia. La domanda, allora, è sempolice: basteranno le giocate dei nuovi campioncini per portare la Georgia più lontano di quanto è mai stato fatto finora? 

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