AGI – Le persone con Hiv affrontano sfide importanti e il peso psicologico e clinico dell’infezione rimane alto. Uno studio, per la precisione una survey condotta nei mesi scorsi da Elma Research per Gilead Sciences su 500 persone con HIV, i cui risultati sono diventati oggetto di un poster sulla mental health presentato a Firenze al congresso Simit, la società italiana di medicina infettiva e infezioni tropicali, rivela come la patologia incide sulla salute psicologica nel 77% del campione oggetto di studio.
Nel dettaglio il 45% soffre di ansia, il 37% di disturbi dell’umore, il 36% di disturbi del sonno. Dati che riportano l’attenzione su una situazione spesso trascurata, ovvero l’impatto dell’Hiv sulla salute mentale.
“Il 51% delle persone è depresso – precisa Gabriella d’Ettorre, del dipartimento di Sanità pubblica e malattie infettive della Sapienza di Roma – lamenta depressione o ha una depressione documentata. Il 31% di chi ha una diagnosi di depressione riferisce pure di avere una compromissione della qualità della vita, dello svolgimento delle normali attività quotidiane. Questo dato è veramente importante, perché sottolinea come sarà difficile con questo tipo di disturbo poter raggiungere l’obiettivo che auspichiamo, ovvero che il 90% di persone in terapia antiretrovirale, soppresse virologicamente, raggiunga una condizione di benessere”.
Ne deriva un messaggio potente all’indirizzo, in primis, di tutta la comunità medica: “La survey mette in risalto l’importanza dell’interdisciplinarità nella gestione dell’infezione dell’Hiv – precisa D’Ettorre – pertanto, accanto all’infettivologo, è necessario che ci siano uno psichiatra, uno psicologo, ma anche altre figure di specialisti utili alla gestione delle altre patologie e comorbidità che compaiono”.
Altrettanto dirimente è la dimensione sociale della malattia perché, di pari passo alle cure individuali contro i virus e la depressione, occorre un intervento contro il sentimento di esclusione che ancora persiste. In questo senso Gilead Sciences ha promosso la campagna di sensibilizzazione ‘Hiv. Ne parliamo?’, con il patrocinio di numerose Associazioni e Società Scientifiche, fra cui Simit, per aumentare la consapevolezza dei problemi ma al tempo stesso, rimarca la docente universitaria, “per contrastare lo stigma. E questo si può fare soltanto delineando quello che è il percorso legato all’infezione, mostrando quanto questa sia gestibile e come – con il raggiungimento della soppressione virologica – la vita di una persone Hiv positiva sia uguale a quella di una persona senza infezione”.