• 21 Marzo 2025 7:36

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Hamilton-Adami, sul team radio avevamo ragione: “Nessuna polemica, cose che succedono”

Mar 20, 2025

Hamilton ha chiarito le cose. Doveva farlo, perché il chiacchiericcio attorno al suo presunto comportamento nei confronti di Ricardo Adami, l’ingegnere di pista della Ferrari che segue il britannico, oltre a essere infondato, è stato ricamato ad hoc. Una pratica comune per chi non sa cosa scrivere, o semplicemente vede un’occasione per speculare, inventare, ingigantire, decontestualizzare e in linea di massima fare lo scoop di plastica cromata per vendere quattro click in più, grazie all’appeal che la Rossa possiede. Amen…

Hamilton non ci sta

La risposta del sette volte campione del mondo è arrivata. E ha fatto bene, aggiungiamo noi, una vera porcheria. Lewis Hamilton è uno che ne ha viste tante in quasi 4 lustri di Formula Uno. Gli anni passano ma la storia resta sempre la stessa: prendi un pilota famoso, mettilo in una situazione qualsiasi e guarda il mondo impazzire per due parole dette in un momento di tensione.

Si è esagerato in merito ai miei scambi via radio con Adami nel corso del GP.” Eccola lì, la solita abbuffata di titoli, di pseudo-analisi, di esperti da divano che cercano il dramma dove il dramma non c’è. Uno scambio via radio diventa un romanzo, un duello, una crisi interna. Gente che accende la Tv domenica pomeriggio, 5 minuti prima della corsa, che si mette a spiegare il tono giusto con cui un pilota dovrebbe parlare mentre sfreccia a 300 all’ora.

È stato un semplice tira e molla, sono stato molto educato nei miei interventi, non ho detto parolacce.” Come dire: se volete “il sangue”, avete sbagliato porta. Niente insulti, niente urla da film di Tarantino, solo un pilota che cercava di capire cosa diavolo stava succedendo con la strategia. Ma se il pilota si chiama Lewis Hamilton, e la Ferrari c’è di mezzo, allora anche un sospiro diventa una polemica.

Fonte: Getty ImagesIl britannico Lewis Hamilton (Scuderia Ferrari) cammina pensieroso nel paddock di Shanghai

In quel momento ero davvero in difficoltà con l’auto e avevo bisogno di concentrazione.” Ecco… provate voi a guidare una bestia da mille cavalli mentre vi parlano nell’orecchio, con una macchina bizzosa, che non vuole stare in pista, e tutto quello che volete è una semplice risposta per capire cos sia successo. In questi frangenti non c’è spazio per il galateo, per i convenevoli, per il “come stai, tutto bene?”, proprio nel mentre che la pista ti sta inghiottendo.

Adami ha già lavorato con diversi campioni del mondo, ci stiamo semplicemente conoscendo e non c’è alcun problema tra noi.” Ma chi lo spiega ai giornalisti assetati di polemiche? Nessuna guerra, nessuna frattura, solo un ingegnere e un pilota che imparano a parlarsi senza bisogno di sottotitoli. Funziona così, in Formula Uno, ma evidentemente è più interessante vendere la storia di un Hamilton frustrato, in lotta con il team, a un passo dal crollo emotivo perché la Rossa è una carretta.

La giusta stilettata al vecchio nemico

Se andate ad ascoltare le conversazioni di altri piloti con gli ingegneri è molto peggio. Pensate solo a come Verstappen ha trattato Lambiase in passato.” E qui Hamilton butta il macigno nel fiume. L’acqua schizza dappertutto. Max e Lambiase se ne sono dette di tutti i colori, non è certo un mistero. Ma d’altronde Verstappen può farlo, lui è “passionale”, è “diretto”, è “senza filtri”. Hamilton invece no, lui deve stare attento, deve sorridere, deve essere perfetto, altrimenti il mondo lo mastica.

Il solito gioco sporco: fai le stesse cose di qualcun altro, ma su di te pesa il doppio. La bilancia non è mai in equilibrio quando si tratta di Lewis. Ogni sua parola viene scandagliata, ogni suo gesto sezionato. “Ci siamo confrontati con il sorriso su come procedere, quando e come ricevere informazioni.” Fine. Niente melodramma, niente guerre intestine e striscianti. Due professionisti che fanno il loro lavoro. Stop.

Poi ecco una risata, quella che potete ammirare in foto copertina, perché alla fine della fiera solo di questo si tratta. La macchina va ancora capita e il team allineato. Tutto vero. Il resto? Fumo, parole vuote, l’ora della chiacchiera a vanvera. In questo momento Hamilton ha cose migliori da fare che mettersi a discutere con chi ha bisogno di un titolone per riempire il lunedì mattina. Noi lo sapevamo già, evitando di creare “il nuovo problema che serviva a qualcuno“…

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