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Guidare l’auto di un’altra persona: quali sono le conseguenze

Ago 24, 2024

Prestare la propria auto a un familiare o un amico è una pratica comune, ma è fondamentale essere consapevoli delle responsabilità e dei potenziali rischi associati. Guidare l’auto di un’altra persona può sembrare una cosa di poco conto, ma ci sono aspetti legali e assicurativi che devono essere considerati.

Quando si decide di prestare la propria vettura bisogna infatti assicurarsi che chi la utilizza sia in possesso di una patente valida e adeguata al tipo di veicolo. In caso di incidente potrebbero sorgere problemi se il conducente non rispetta i requisiti di legge.

Dal punto di vista assicurativo occorre verificare se la polizza copre anche i danni causati da un guidatore diverso dall’intestatario del veicolo. Non tutte le polizze auto comprendono la copertura per i conducenti occasionali. Se la polizza non prevede questa opzione, in caso di incidente, l’assicurazione potrebbe non coprire i danni, lasciando il proprietario del veicolo esposto a costi potenzialmente elevati.

Chi presta l’auto deve essere consapevole che, se il conducente viola il Codice della Strada, le multe potrebbero arrivare al proprietario del veicolo, che poi dovrà provare chi fosse effettivamente alla guida al momento dell’infrazione.

Prestare l’auto a un’altra persona, cosa dice la normativa

Quando si decide di prestare la propria auto a un amico o un parente bisogna comprendere le responsabilità legali e assicurative che ne derivano. Sebbene guidare l’auto di un’altra persona sia una comune e consentito, il proprietario del veicolo rimane comunque responsabile per eventuali multe o sinistri che si verificano durante il periodo in cui l’auto è affidata a un altro conducente.

Il Codice della Strada, all’articolo 94, comma 4-bis, chiarisce che non è vietato guidare un veicolo intestato a un’altra persona. Questa disposizione si applica soprattutto in caso di uso continuativo e prolungato di un mezzo intestato a terzi. In questi casi è necessario regolarizzare la situazione attraverso l’annotazione del conducente abituale sul libretto di circolazione. Questo serve a garantire che, in caso di controlli da parte delle forze dell’ordine, sia chiaro chi è il responsabile alla guida del veicolo.

Nel caso di prestiti occasionali dell’auto non è necessario alcun tipo di comunicazione o aggiornamento del libretto, ma il conducente deve prestare particolare attenzione alle regole del Codice della Strada, poiché eventuali multe saranno notificate al proprietario del veicolo che dovrà poi dimostrare chi era alla guida al momento dell’infrazione. Questo può risultare complicato, soprattutto in caso di mancata collaborazione da parte del conducente.

Occorre quindi verificare che l’assicurazione del veicolo copra anche i danni causati da un conducente diverso dall’intestatario. Non tutte le polizze includono questa opzione, quindi è fondamentale controllare i termini del contratto per evitare sorprese in caso di incidente.

Quando si può guidare l’auto di un amico o un familiare

Secondo la normativa vigente, è consentito guidare l’auto di un’altra persona, in particolare quando si tratta di familiari o conviventi. In pratica un figlio può utilizzare l’auto dei genitori, e i coniugi possono condividere liberamente il veicolo senza preoccuparsi di contravvenzioni. La legge permette ad esempio al marito di prestare la propria auto alla moglie e viceversa, senza la necessità di aggiornare la carta di circolazione. Allo stesso modo, i figli possono prendere in prestito l’auto dei genitori, anche se neopatentati, senza alcun rischio di sanzioni, purché la condivisione avvenga tra familiari conviventi.

Le autorità, come le forze di polizia, non possono emettere contravvenzioni per l’uso dell’auto da parte di un familiare convivente diverso dall’intestatario del veicolo. Questo perché i rapporti di familiarità e convivenza, verificabili attraverso l’anagrafe comunale, escludono l’applicazione di sanzioni per il mancato aggiornamento del libretto.

Diverso è il caso di amici o conoscenti che utilizzano l’auto di un’altra persona. Se l’uso del veicolo è sporadico e temporaneo, non ci sono obblighi particolari. Se un non convivente utilizza un’auto per un periodo continuativo superiore ai 30 giorni, è però necessario aggiornare la carta di circolazione per includere il nome del nuovo conducente abituale. In mancanza di questo aggiornamento, si rischia una multa che può variare da 728 a 3.636 euro, oltre al ritiro della carta di circolazione.

Cosa succede con le auto aziendali

Nel caso delle auto aziendali, spesso assegnate ai dipendenti per spostamenti quotidiani legati al lavoro, bisogna seguire le procedure per evitare sanzioni durante i controlli delle forze di polizia. La normativa vigente stabilisce che, quando un veicolo viene utilizzato in modo continuativo da una persona diversa dall’intestatario per un periodo superiore a 30 giorni consecutivi, è obbligatorio aggiornare i documenti di circolazione.

Per rispettare questa regola, è necessario comunicare alla Motorizzazione Civile i dati della persona che utilizzerà l’auto attraverso un contratto di comodato d’uso. Questi dati verranno annotati sia sulla carta di circolazione del veicolo che nell’Archivio nazionale dei veicoli. Questo processo garantisce che, in caso di controllo stradale, le informazioni sul conducente abituale siano correttamente registrate, evitando così multe salate.

Quali sono le sanzioni

Quando si guida l’auto di un’altra persona senza rispettare le normative vigenti, le conseguenze possono essere piuttosto pesanti. In caso di trasgressione la multa può variare sensibilmente: si parte da un minimo di 516,46 euro fino a raggiungere un massimo di 2.582,28 euro, a seconda della gravità della violazione e delle circostanze specifiche. Nei casi più seri, oltre alla sanzione pecuniaria, le autorità potrebbero procedere anche con il ritiro della carta di circolazione del veicolo, aggravando la situazione.

Perché fare attenzione all’assicurazione

Gli imprevisti legati all’abitudine di prestare l’auto riguardano l’assicurazione. Quando il veicolo viene prestato e il conducente non proprietario è coinvolto in un incidente stradale, soprattutto se ne è responsabile, è fondamentale essere consapevoli delle possibili implicazioni. Il Codice civile stabilisce che il proprietario dell’auto è oggettivamente responsabile per i danni causati dal suo veicolo.

Se l’auto è coperta da una polizza Rc auto, obbligatoria per legge, e il veicolo è ritenuto responsabile del sinistro, l’assicurazione provvederà al risarcimento. Questo comporterà un aumento della classe di merito, con la conseguente crescita del premio assicurativo da pagare l’anno successivo. Occorre controllare la formula di guida scelta al momento della stipula del contratto assicurativo. Alcune polizze limitano il risarcimento se il conducente al momento dell’incidente non è tra quelli dichiarati in polizza. Questo può comportare problemi seri in caso di sinistro.

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